Sono 10 le regioni e le province autonome che hanno un indice Rt puntuale maggiore di 1 di cui una, la Basilicata, che ha un Rt con il limite inferiore superiore a 1,25, compatibile con uno scenario di tipo 3 (zona rossa). Delle altre nove, cinque hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2 (zona arancione). Le altre hanno un indice di trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo uno.
Secondo i dati contenuti nell’ultimo report dell’Istituto superiore di Sanità e Ministero della Salute, le regioni che potrebbero diventare arancioni sono Marche, Piemonte e Lombardia, mentre la Basilicata potrebbe ritrovarsi ben presto in zona rossa.
“Si conferma per la quarta settimana consecutiva – si legge nel monitoraggio settimanale – un peggioramento nel livello generale del rischio. Aumenta il numero di Regioni/PPAA classificate a rischio alto (da una a cinque: Abruzzo, Lombardia, Marche, Piemonte, Umbria) mentre diminuisce il numero di quelle classificate a rischio moderato o basso”.
Il valore Rt nazionale, calcolato sui casi sintomatici, si conferma stabile a 0,99 (range 0,93-1,3), esattamente come la scorsa settimana. L’età mediana dei casi di Covid diagnosticati è diminuita a 44 anni.
“L’epidemia – scrive ancora l’Iss nel report settimanale – dopo un iniziale lento peggioramento, entra questa settimana nuovamente in una fase in cui si osserva una chiara accelerazione nell’aumento dell’incidenza nazionale”.
“Alla luce dell’aumentata circolazione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità e del chiaro trend in aumento dell’incidenza su tutto il territorio italiano – sottolinea ancora il rapporto – sono necessarie ulteriori urgenti misure di mitigazione sul territorio nazionale e puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione per evitare un rapido sovraccarico dei servizi sanitari”.
Secondo l’Iss è “fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”. “Si ricorda – si legge ancora nel report – che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine”.
Secondo i dati contenuti nel monitoraggio settimanale, relativi alla popolazione nelle Province autonome di Trento e Bolzano, si registra il superamento della soglia di 250 casi per 100.000 abitanti. Il valore più elevato dell’incidenza settimanale è nella Provincia Autonoma di Bolzano con 539,01 casi per 100.000 abitanti, seguito dalla Provincia Autonoma di Trento con 309,12 per 100.000 abitanti.
Quattro regioni (Abruzzo, Emilia Romagna, Molise e Umbria) hanno una incidenza maggiore di 200 casi per 100.000 abitanti. Continua ad aumentare il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (31.378 contro 29.196 la settimana precedente) e scende lievemente la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti (29,4% vs 29,8%). Aumenta, anche, la percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (36,1% vs 33,7% la settimana precedente).