Ieri hanno incrociato le braccia i lavoratori e le lavoratrici delle Regioni del Sud. Pierpaolo Bombardieri, leader della Uil, com’è andata?
“Molto bene, ci sono state percentuali di adesione allo sciopero sopra il 60-70 per cento. Piazza ovviamente gremita. Una bella giornata di democrazia”.
Il ministro e vicepremier Matteo Salvini ha risposto con la precettazione al vostro sciopero generale. Poi ha parlato di “scene indegne” sulla mobilitazione di otto ore nelle ferrovie. Con questo governo è in discussione il diritto allo sciopero?
“Mi pare proprio di sì. Ieri dal palco abbiamo detto che indegno è morire di lavoro e il ministro Salvini dovrebbe avere rispetto per chi fa sciopero e per chi ha perso la vita lavorando. Soprattutto nel settore delle ferrovie e dei trasporti si sente la necessità di un intervento ancora più forte. Salvini si dovrebbe preoccupare prima di tutto di questo”.
Come si ferma la strage sul lavoro?
“Intanto con degli investimenti. Ci sono due miliardi dell’Inail che ogni anno vengono spostati per coprire il bilancio dello Stato e invece vanno investiti sulla prevenzione e sulla formazione. Poi bisogna assumere più ispettori, fare più ispezioni, istituire il reato di omicidio sul lavoro e avere una procura speciale. Perché c’è un prima degli incidenti che riguarda la prevenzione – noi abbiamo chiesto che sia obbligatorio parlarne anche nelle scuole – c’è un durante con interventi e ispezioni e c’è un dopo. I responsabili spesso non pagano e quando i dispositivi di sicurezza vengono modificati perché bisogna aumentare la produttività o le gare vengono fatte al massimo ribasso, lì non si tratta di incidenti ma di omicidi”.
Ritornando al diritto di sciopero, nel resto del mondo, dall’Europa agli Usa, ci sono mobilitazioni che bloccano interi comparti per settimane. Perché da noi tanto chiasso per un giorno?
“Perché spesso chi interviene sul diritto allo sciopero non sa di cosa parla. Chi sciopera intanto paga di tasca sua, lo ricordo per chi dice che i lavoratori ne approfittano per fare il week end lungo. E quei lavoratori che scioperano soprattutto nel settore dei trasporti o della sanità, sabato e domenica fanno i turni. Poi in Italia c’è una legge tra le più avanzate in Europa che prevede fasce di garanzia per chi deve andare a lavorare. E abbiamo la politica che invece di intervenire sui problemi e andare alle cause degli scioperi cerca di reprimerli”.
Perché la Manovra del governo Meloni giustifica la mobilitazione?
“Perché non dà risposta a una delle richieste elementari in un sindacato. Ovvero il problema salariale. C’è il problema di recuperare il potere d’acquisto in questo Paese che è stato eroso in questi due anni – più del 10% -, quello di rinnovare i contratti, di intervenire sulla sicurezza e di far pagare le tasse a chi oggi non le paga e di non toccare le pensioni. Questo è un governo che non ha avuto il coraggio di tassare le banche e invece interviene sulle pensioni. A queste domande che facciamo nelle piazze e anche al tavolo col governo nessuna risposta. Ci dicano se attraverso la mancata rivalutazione delle pensioni 4 volte più alte del minimo e attraverso l’intervento sulla rimodulazione delle aliquote per medici e dipendenti pubblici è vero o no che si risparmiano 68 miliardi. Sono cifre scritte nel documento che accompagna la Manovra alla Camera e nell’ufficio del bilancio della Camera. Su questi dati ogni volta che chiediamo di dirci la verità non ci rispondono”.
Il governo dice che non si poteva fare di più perché la coperta è corta.
“La coperta è corta perché non prendono i soldi dove ci sono. Perché non si tassano le banche e le big pharma o le multinazionali, perché non si combatte come si dovrebbe l’evasione fiscale ma si fanno condoni in continuazione, perché il governo non interviene sulle rendite da capitale tassandole al 31% – che è la media dei paesi Ocse – contro il 26 applicato in Italia. Noi avevamo per esempio proposto di tassare le transazioni finanziarie. Basterebbe tassare l’un per mille. Avremmo ogni anno 9 miliardi per interventi sul sociale”.
Il governo si è preso la delega sul salario minimo. Che ne pensa?
“Mi pare un tentativo evidente di non affrontare il problema dei lavoratori poveri che guadagnano meno di 12mila euro l’anno lordi. Che non ci sia voglia di affrontare il tema di chi ha oggi contratti pirata. E quando parlano di fare attenzione alla contrattazione sono poi gli stessi che fanno venire ai tavoli sindacati non rappresentativi”.
La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha detto che la cultura del sussidio ha allontanato le persone dal lavoro. Che da noi le imprese cercano un milione di lavoratori e non li trovano.
“è un ragionamento sbagliato. Due terzi dei percettori del Reddito di cittadinanza erano persone non abili al lavoro, per motivi di età o di salute. Poi molti di quei giovani che potevano andare a lavorare hanno rifiutato perché le condizioni erano vergognose: lavoro in nero, precario, o si offrivano 400 euro al mese per 40 ore a settimana. Si è deciso di colpire la spesa sociale che, se vogliamo, è anche una tradizione costituzionale nel nostro Paese. Noi abbiamo sempre dato una mano a chi è rimasto indietro. Ma per il governo era più facile tagliare qui”.
I dati sull’occupazione dell’Istat di ottobre ci raccontano di un boom.
“Strano che da quando sono cambiati i vertici dell’Istat i dati siano magicamente diventati meravigliosi. Non si dice, però, che il numero di occupati che cresce riguarda tutti, anche chi lavora un’ora. Bisognerebbe analizzare questi dati, si vedrebbe che la situazione è diversa da come la raccontano. Inoltre cresce il tasso di disoccupazione. Se mettiamo in relazione questi due dati piuttosto che fare slogan e tweet arriveremmo a conclusioni differenti. Bisognerebbe studiare un po’ di più”.