Mario Draghi è così, ti sorprende sempre con la stessa simpatia di un brufolo a Natale. Dopo aver spacciato per mesi la bontà della soluzione vaccinale con la terza dose che doveva essere la linea Sigfrido della difesa contro il virus si accorge che le cose non stanno esattamente come le aveva raccontate. Lunedì c’è stata l’intervista di Le Monde al Ceo di Biontech-Pfizer Ugur Sahin che ha dichiarato che il vaccino terza dose copre dalla variante Omicron solo al 70-75% e questo è obiettivamente un grande problema per chi ha puntato tutto sulla dose booster, come il governo italiano.
VARIANTE MARIO. Domani è attesa la cabina di regia a cui Draghi ha demandato le decisioni per combattere la nuova ondata e che dovrebbe portare al tampone anche per i vaccinati e la riduzione della validità del Green Pass, naturalmente dopo Natale. Ma già “dotti, medici e sapienti” – per citare Edoardo Bennato – stanno pensando come scaricare le responsabilità a livello superiore e il sottosegretario Costa mette le mani avanti: “Questa variante ci ricorda come questa sfida contro il Covid si possa vincere solo con un grande lavoro di condivisione internazionale”.
Intanto qualcuno dovrebbe spiegare come mai nel mitico Pnrr italiano la Sanità è fanalino di coda con solo il 15,63% di risorse dedicate. proprio durante una pandemia. I posti in terapia intensiva sono oro, ma l’Italia non ha fatto niente o quasi per accrescerli e per il futuro gli destiniamo le risorse minori mentre – ad esempio – il ministro Cingolani acchiappa la fetta più grossa con il 59,47%. Misteri d’Italia. A questo punto la situazione per Draghi non è affatto piacevole: si avvicinano le feste natalizie e la gente vuole sapere perché pur avendo ubbidito pedissequamente ai desiderata governativi rischia così tante limitazioni.
Chiara la strategia dilatoria governativa che vuol salvare almeno il Natale per poi bastonare il popolo da Santo Stefano. Tutta acqua al mulino dei no vax che intanto si stanno prendendo alcune grasse rivincite a cominciare dalla leggenda sull’immunità di gregge spacciata come risolutiva da professoroni e giornaloni e che invece -a causa di gretta ignoranza- con il Covid non si avrà mai. Ed allora, se questo è il livello, forse è meglio ascoltare i consigli della sora Lella perché poi queste dichiarazioni roboanti, ai tempi di internet, non è che si dimenticano in qualche emeroteca, ma riciclano sempre a ricordare certe asinerie.
VEDETEVELA VOI. Draghi però è furbo, o meglio scaltro e cerca di rifilare la patata bollente ai cosiddetti Enti di prossimità e cioè Regioni e Sindaci a cui è demandato, di fatto, l’ingrato compito di dire ai propri cittadini che abbiamo scherzato e che dobbiamo ricominciare da capo, con le uniche cose che funzionano veramente e cioè distanziamento e mascherine anche all’aperto. Dispiace per le biondone ossigenate che già avevano pregustato la gioia di tornare allo stravacco mediatico tutto bacioni e mossettine con annessi sfricolamenti, carnali ma nel gioco dell’oca pandemico ci hanno rimandato al via: il virus c’è ancora e marcia insieme a noi.
E se i sindaci e i governatori almeno ci mettono la faccia annunciando il ritorno all’antico, Mario Draghi, l’indecisonista, la faccia non ce la mette e furbescamente ammolla la patata bollente agli altri. Non vuole certamente scottarsi le mani proprio adesso che gli servono per scalare il Colle più ambito e nobile di Roma. Con quante possibilità di successo non si sa.