Sono ormai quattro giorni che l’esercito ucraino, dopo una guerra condotta praticamente sempre sulla difensiva, ha lanciato la sua più grande offensiva in territorio russo. Un’incursione, a quanto pare portata avanti da oltre un migliaio di militari e diverse decine di mezzi corazzati, ha interessato la regione russa di Kursk, causando feroci combattimenti e diversi morti. Si tratta di una manovra militare che sembra portare la guerra in Ucraina a un nuovo – e preoccupante – livello dello scontro, rendendo pressoché impossibile ogni ipotesi di un accordo di pace.
Guerra in Ucraina, Zelensky rivendica l’attacco a Kursk: “È legittimo”
Un blitz che ha fatto infuriare l’amministrazione di Joe Biden, che non era a conoscenza dei piani di Volodymyr Zelensky e che per questo ha chiesto ufficialmente “spiegazioni”, mentre è stato giustificato e accolto con favore dall’Unione europea. Il fastidio di Washington ha ricevuto una risposta dal consigliere presidenziale, Mykhailo Podoliak, spiegando che “la causa principale di ogni escalation, di ogni bombardamento, di ogni azione militare anche nelle regioni russe di Kursk e Belgorod è esclusivamente l’inequivocabile aggressione della Russia. Ciò include tentativi di impadronirsi di territori stranieri e il disprezzo delle norme del diritto internazionale che sostengono chiaramente la sovranità e l’integrità territoriale”.
Il fedelissimo di Zelensky ha poi aggiunto che “l’architetto dell’autodistruzione della Russia è ben noto ed è proprio Putin. Pertanto, le conclusioni sono cristalline: la Russia ha costantemente creduto che le norme legali restrittive non si applicassero ad essa, e quindi può attaccare impunemente i territori dei paesi vicini e pretendere ipocritamente l’inviolabilità del proprio territorio. Ma la guerra è guerra, con le sue regole, dove l’aggressore inevitabilmente raccoglie frutti corrispondenti alle azioni compiute sul territorio invaso”. Insomma, per Kiev è tutto legittimo e per questo non si spiegano le rimostranze di Biden & Co.
Ira di Medvedev che invoca l’invasione totale del Paese per concludere definitivamente la guerra in Ucraina
Il problema è che Washington, a ragione, teme che quest’azione non solo non migliorerà la situazione sul campo di battaglia, ma renderà pressoché impossibile arrivare al cessate il fuoco.
Che le cose possano andare così lo hanno fatto capire sia lo zar, che ha promesso “vendetta”, sia il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitrij Medvedev, secondo cui “l’incursione ucraina nella regione di Kursk ha consentito alla Russia di trarre una chiara lezione: è necessario sconfiggere e distruggere senza pietà il nemico”. Lo stesso, con parole colme di ira, ha spiegato che “le ragioni e gli obiettivi dell’operazione terroristica degli ucraini nella regione di Kursk” non sono altro che “il desiderio di mostrare quanto resta delle loro forze in declino ai loro padroni per ricevere una nuova tranche di denaro e di armi, e di un tentativo di compromettere i nostri ordini di combattimento lungo il fronte principale”.
Ma se possibile è ancor più preoccupante quello che Medvedev dice poco dopo, affermando che “c’è un’altra importante conseguenza politica e legale di quanto accaduto. Da questo momento, l’operazione speciale dovrebbe acquisire un carattere apertamente extraterritoriale. Non si tratta più solo di un’operazione per riprendere i nostri territori ufficiali e punire i nazisti. È possibile e necessario puntare ai territori dell’Ucraina ancora esistenti: a Odessa, a Kharkiv, a Dnipropetrovsk, a Mykolaiv, a Kiev e oltre”. Insomma, per Medvedev, vero e proprio ventriloquo di Vladimir Putin, l’unica risposta possibile all’attacco a Kursk è quella di invadere completamente l’Ucraina.
Nella notte i droni di Kiev hanno colpito con successo una base aerea russa nella regione di Lipetsk
L’esercito ucraino ha dichiarato di aver colpito “con successo”, la scorsa notte, una base aerea militare russa nella regione di Lipetsk, a quasi 300 chilometri dal confine con l’Ucraina, in un’area colpita nella notte da attacchi di droni. “Durante l’attacco sono stati colpiti depositi di bombe aeree guidate e altre installazioni nell’area della base aerea. (…) È scoppiato un grosso incendio e sono state segnalate diverse detonazioni”, ha confermato lo stato maggiore ucraino in un rapporto, aggiungendo che “aerei Su-34, Su-35 e MiG-31 delle forze aerospaziali russe sono di stanza nell’aeroporto di Lipetsk”. “Inoltre, le nostre unità hanno attaccato le divisioni missilistiche antiaeree della Federazione Russa nel territorio temporaneamente occupato della regione di Donetsk. In particolare, sono stati effettuati combattimenti contro tre radar nemici: due complessi S-350 e uno S-300”, ha proseguito l’esercito ucraino.