di Gaetano Pedullà
In un Paese normale un signore che si beffa spavaldamente del fisco, per quanto famoso o importante, non potrebbe proprio mettere piede nella televisione di quello stesso Stato che gli chiede di pagare il dovuto. Se poi lo stesso signore arriva ugualmente in tv e ne approfitta per mortificare chi lo insegue da anni per recuperare una somma mostruosa – quasi 40 milioni di euro – allora tutti quei milioni di italiani che versano le tasse in silenzio si prendono l’ennesimo insulto. Anzi, di più: uno schiaffo visto che il conduttore del programma, appena uscito da una polemica per eccesso di stipendio (milioni di euro l’anno) anziché zampognare un tale ospite, lo riverisce tra gli applausi imposti a un pubblico fatto di figuranti. Tutto questo invece è accaduto domenica sera a Che Tempo che fa, una trasmissione che è ormai una specie di libero Stato all’interno della Rai, talmente difesa dai vertici dell’azienda da far apparire questa stessa difesa quantomeno sospetta.
Il club dei famosi
Eppure la trasmissione, segnalata dagli osservatori radiotv per scarso equilibrio politico, è un discutibile santuario del politicamente corretto (con l’ironia della Littizzetto attesa come liberazione dopo il fiume delle facili risposte travestite da domande del conduttore Fazio). Non solo. Altoparlante del moralismo/buonismo ancor più facile di Gramellini, il programma di Rai Tre è l’approdo felice di tutti i famosi che hanno da promuovere un libro o una canzone (perché sui non famosi il tempo che fa non prevede mai la luce dei riflettori, fossero anche quelli del servizio pubblico). Famosi che ricambiano, soprattutto se giornalisti, incensando e lodando incondizionatamente il programma, senza porsi domande facili facili quanto le letterine di Gramellini, come ad esempio che ci sta a fare Filippa Lagerback, simpatica fanciulla che se adoperata nello stesso ruolo in un programma Mediaset farebbe gridare già da un pezzo all’abuso delle ragazze immagine. Davvero uno strano caso, visto che persino Mike Bongiorno, di cui Fazio è stato grande estimatore, alla fine della sua carriera aveva ritagliato un ruolo più attivo e parlante alle sue vallette. Ma anche su Che Tempo che fa da qualche periodo tira brutta aria. Tanto che dopo le accuse di faziosità lanciate da Brunetta è dovuto scendere in campo niente di meno che il direttore generale della Rai, Gubitosi. Mossa che ha scatenato un putiferio, così da costringere Fazio a invitare nell’ultima puntata il leader dei lealisti del Pdl, Fitto. Un tentativo di riequilibrio che pare appena una pezzetta dopo decine e decine di puntate con lo sguardo fisso a sinistra. Parte politica dove si sono altrettanto stufati di vedere persino il buon senso calpestato nel silenzio di Fazio.
Tutti contro
E ieri così il viceministro dell’economia, il Pd Stefano Fassina, ha definito il gesto dell’ombrello fatto da Maradona ad Equitalia un gesto da “miserabile che va perseguito con grande determinazione». Intervenendo a Mix 24 (Radio 24), intervistato da Giovanni Minoli, Fassina ha detto chiaro che Maradona “farebbe bene a imparare a rispettare le leggi. Stroncatura alla quale è seguita a stretto giro una nuova puntata della battaglia personale di Brunetta. “Maradona è stato elevato a testimonial dell’evasione fiscale – ha detto Brunetta – ma davvero offensiva è l’accondiscendenza manifestata dal conduttore Fabio Fazio”. In Rai e su Fazio il Tempo che fa non è dei più miti.