Sono due le inchieste, per altrettanti incidenti avvenuti sul Mottarone, aperte dalla Procura di Verbania. Il secondo impianto interessato dagli accertamenti, oltre a quello della funivia Stresa-Mottarone, precipitata il 23 maggio scorso causando la morte di 14 persone, è la pista su rotaia “Alpyland”, gestita sempre da Luigi Nerini, uno dei tre indagati per l’incidente della funivia (leggi l’articolo).
Gli incidenti, già oggetto di indagini da parte della Procura, si sono verificati nel 2017 e nel 2019 provocando il ferimento di un dipendente e di un passeggero. Il reato ipotizzato è lesioni colpose. Secondo gli inquirenti, Nerini, nel caso dell’ultimo incidente, avrebbe manifestato “insofferenza ad uno scrupoloso rispetto delle misure di sicurezza volte a tutelare l’incolumità degli utenti di tale genere di impianti”.
“Alpyland” è una pista su rotaia lunga 1.200 metri, situata anch’essa in vetta al Mottarone e la cui gestione fa capo ad una società di Verbania riconducibile allo tesso Nerini. Simile alle montagne russe, il percorso di “Alpyland” si sviluppa con curve, dossi, cambi di pendenza e un dislivello di 100 metri.
Gli slittini biposto utilizzati nella pista sono dotati di un sistema di frenata manuale con cui il passeggero può regolare la velocità a suo piacimento e di un sistema di frenata selettiva che rallenta tutti i bob al termine della discesa.