C’è da chiedersi se la compravendita a prezzo gonfiato del capannone a Cormano non sia che la punta dell’iceberg. In un susseguirsi di notizie e atti sul vorticoso giro di operazioni sospette per milioni di euro, tra società riferibili ai tre contabili indagati, continuano a spuntare nomi di personalità legate al mondo del Carroccio. L’ultimo a fare capolino in una segnalazione su operazioni sospette dell’Uif di Bankitalia è, in realtà, un nome già noto alle cronache perché si tratta di Gianluca Savoini ossia l’ex portavoce di Matteo Salvini e presidente dell’associazione LombardiaRussia, indagato nell’inchiesta su Moscopoli e sui presunti Fondi russi.
Indagine, questa, che sta proseguendo sotto traccia anche se nei corridoi della Procura di Milano, diretta dal procuratore Francesco Greco, in molti pensano che potrebbe finire con una richiesta di archiviazione. Quel che è certo è che il nome di Savoini compare nella segnalazione dei tecnici di Palazzo Koch, riportata in una breve annotazione della Guardia di Finanza finita all’interno del fascicolo sulla compravendita a prezzo gonfiato di Cormano, dove si parla della “operatività posta in essere da Lombardia Film Commission”, partecipata regionale dal Pirellone, che pare “configurare il trasferimento di Fondi pubblici a soggetti vicini agli ambienti politici di riferimento”.
Tra questi vengono citati la Barachetti service srl, l’impresa dell’indagato Francesco Barachetti ritenuta al centro del sistema di incassi e “retrocessioni” su cui si indaga, e poi “Alberto Di Rubba”, l’ex presidente di Lombardia film commission nonché uno dei tre commercialisti di fiducia del Carroccio, ma anche “Gianluca Savoini”. Un nome, questo, dopo del quale compaiono numerosi “omissis” che celano alcune informazioni ritenute importanti dai pubblici ministeri di Milano e su cui, secondo quanto trapela, si starebbero concentrando gli sforzi degli inquirenti.
Eppure a turbare la Lega c’è pure il fatto che Matteo Salvini ha più volte negato di conoscere i fiscalisti indagati tanto da rivelare che si tratta di “gente mai vista, né conosciuta”, salvo aver fatto marcia indietro dopo qualche tempo. Peccato che la circostanza sia stata smentita da Report che ha pubblicato, sui propri social, una foto che dimostra quanto stretti e confidenziali siano in realtà i rapporti tra il segretario del Carroccio e i professionisti al centro dell’inchiesta sull’immobile di Cormano e sui 49 milioni di euro di rimborsi pubblici incassati dalla Lega e poi scomparsi.