Inchiesta di Genova, libertà negata a Spinelli. E il Riesame “inguaia” Toti

Per il Riesame Spinelli era un corruttore seriale e deve restare ai domiciliari. Intanto Nordio critica l'ordinanza dei magistrati su Toti

Inchiesta di Genova, libertà negata a Spinelli. E il Riesame “inguaia” Toti

Ennesima conferma da parte del tribunale del Riesame della credibilità e della robustezza dell’inchiesta della procura di Genova ai danni de governatore Giovanni Toti (ed ennesimo schiaffo ai detrattori della stessa). Oggi infatti il tribunale collegiale ha respinto l’istanza di revoca degli arresti domiciliari presentata dall’imprenditore Aldo Spinelli. Per i i giudici è palese “l’esistenza a carico di Spinelli di “un metodo” da sempre adottato dall’indagato nel perseguimento degli interessi economici-imprenditoriali delle aziende che formano il “gruppo” da lui formato”.

Una corruzione sistematica

“La sistematicità del meccanismo corruttivo – continuano i giudici – emerso nel corso delle investigazioni, l’ammessa consuetudine di Spinelli di rivolgersi personalmente a pubblici ufficiali in relazione a pratiche di interesse per le società del suo gruppo imprenditoriale, delle quali detiene ancora importanti quote societarie… palesano da un lato l’irrilevanza del fatto che egli ha dismesso ogni carica direttiva all’interno della predetta società e, dall’altro, l’inidoneità dell’invocata misura meramente interdittiva a contenere il pericolo, assolutamente attuale e concreto, che Spinelli reiteri analoghe condotte”.

Un giudizio che “inguaia” Toti

Ma la parte più pesante (per Toti) è quando i giudici scrivono che Spinelli “pur contestando gli addebiti, non ha negato di avere erogato i finanziamenti in favore del Comitato Giovanni Toti così come non ha negato di essersi rivolto al governatore per “sbloccare” pratiche amministrative di suo interesse”.

Pagato perché “si è interessato”

“Pur affermando in via generale – prosegue il collegio – che le due vicende non erano in rapporto “sinallagmatico”, ha poi ammesso che i finanziamenti effettuati al Comitato Giovanni Toti nel dicembre 2021 fossero da ricollegare al contegno tenuto dal presidente in relazione alla vicenda della proroga della concessione del Terminal Rinfuse: in sostanza, al fatto che Toti, su sua sollecitazione, “se ne era interessato”.

L’imprenditore “ha poi espressamente sostenuto di avere da sempre, nella cura dei propri interessi imprenditoriali, contattato gli esponenti politici di turno in relazione ad attività amministrative che rivestivano un particolare interesse per le aziende del suo gruppo imprenditoriale”.

Nordio: “Non ho capito l’ordinanza”

A contestare invece le supposizioni dei magistrati ci si è messo il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che oggi/ieri ha risposto durante il question a un’interrogazione sulla sussistenza dei presupposti per l’esercizio di iniziative ispettive in relazione alla vicenda giudiziaria del Presidente della Regione Liguria, affermando di “non aver capito nulla dell’ordinanza dei magistrati”.

“Io non posso minimamente e non devo commentare l’ordinanza del tribunale delle libertà di Genova. Enfatizziamo la presunzione di innocenza, siamo convinti che nessuna inchiesta può e deve condizionare la legittimità di una carica politica o amministrativa che è stata determinata dalla volontà popolare”, ha detto raccogliendo in pieno le contestazioni del centrodestra. “Vi è un’assoluta indipendenza – ha sottolineato – tra i due processi”.

Capisce Hegel ma non i colleghi

Per quanto riguarda l’iniziativa del Csm, “questo ha imposto al ministero il dovere di acquisire l’ordinanza del tribunale e quindi la conosciamo e l’abbiamo: non la posso né criticare, né commentare. Posso dire che l’ho letta con grande attenzione e che di recente ho anche riletto con grande attenzione la fenomenologia dello spirito di Hegel e sono riuscito a capirla. Ho letto quest’ordinanza e non ho capito nulla”, ha concluso.

Tutto il centrosinistra in piazza

Intanto per domani in piazza a Genova sono attesi tutti i big del centrosinistra per una manifestazione unitaria. Da Schlein a Conte, a Fratoianni-Bonelli saranno in piazza De Ferraris per chiedere che Toti si dimetta.

“A voi sembra normale che una intera Regione bella, forte, piena di risorse come la Liguria sia bloccata da mesi per le vicende giudiziarie di un Governatore agli arresti domiciliari che non vuole dimettersi? A noi no. Domani alle 17:30 con altre forze politiche saremo in piazza De Ferrari. La politica torni a mettere le emergenze dei cittadini al centro delle proprie preoccupazioni”, ha scritto Conte su X.

“Domani parteciperò alla manifestazione a Genova assieme ai principali partiti di opposizione per chiedere il ritorno immediato alle urne in Liguria. La Regione non può essere ostaggio di un singolo individuo, specialmente quando questo ha sfidato apertamente la giustizia e la tutela del nostro territorio. Il governatore Giovanni Toti, agli arresti domiciliari da maggio, deve dimettersi. È necessario restituire dignità e giustizia a questa regione”, ha fatto eco Bonelli.