Forse ieri alla Camera c’è stato un errore. Al posto del ministro Matteo Piantedosi, a rispondere durante il question time all’interrogazione presentata dal Pd sull’inchiesta di Fanpage che ha smascherato il côté fascista celato nel movimento giovanile di Fdi, Gioventù Nazionale (GN), per dirla con le parole della deputata Pd Michela De Biase, si è presentato “l’avvocato difensore del gruppo giovanile di Fdi invece che un ministro”.
In effetti, il ministro Piantedosi si è ben guardato dal dare risposta alle domande imbarazzanti dell’opposizione. Ha demandato l’onere all’oscuro Luca Ciriani (FdI), ministro per i Rapporti con il Parlamento, che ha svolto con rassegnata efficienza l’ingrato compito di (non) rispondere agli interrogativi posti dall’inchiesta giornalistica.
L’attacco di Ciriani a Fanpage
Il servizio di Fanpage “è stato costruito sulla base di immagini frammentate, decontestualizzate e riprese in un ambito privato”, ha esordito Ciriani, giusto per mettere in chiaro che il governo sta dalla parte dei giovani immortalati mentre gridano i saluti al Duce, “Sieg Heil” e inneggiano ai Nar.
“Si tratta di modalità che talvolta vengono proposte nel dibattito pubblico e nelle comunicazioni via social con il rischio di veicolare ricostruzioni discutibili dei fatti, di prestarsi a facili strumentalizzazioni e a contagiose forme di intossicazione del confronto democratico”, ha osservato il ministro, per il quale “va anche evidenziato come i filmati in questione abbiano ripreso soggetti minorenni e ne abbiano diffuso le immagini, senza che ne sia stato acquisito il preventivo consenso”.
Un attacco mirato a screditare la qualità giornalistica dell’inchiesta, che però ha un problema: “È una balla, una calunnia”, spiega il condirettore di Fanpage Adriano Biondi, “come facilmente verificabile, non abbiamo mostrato un singolo fotogramma di un minorenne”.
“Niente soldi del Servizio civile a Gioventù Nazionale”
Circa il paventato (dagli stessi membri di GN) tentativo di ottenere i fondi del Servizio civile universale, il ministro ha assicurato che “ad oggi, nessuna associazione legata a partiti o movimenti politici risulta attiva nella gestione di progetti nell’ambito del Servizio civile”. Così ha potuto affermare senza tema di smentita che non c’è stato “nessun escamotage per utilizzare il programma statale del Servizio civile come finanziamento”.
Per Ciriani gli “illiberali e i violenti sono quelli di diversa ispirazione”
Ma non è tutto. Il ministro ha voluto sottolineare come GN “non si è mai segnalato per attacchi ai collettivi di sinistra, né ha mai pubblicamente esibito striscioni con slogan estremisti o riferimenti a fascismo e nazismo. Men che meno ha mai palesato atteggiamenti di ostacolo a giornalisti”. Anzi, “si può sicuramente affermare, in base a fatti e circostanze più concreti, che nel nostro Paese sono altri, e di diversa ispirazione, i sodalizi che manifestano comportamenti illiberali e, talvolta, violenti”, ha concluso. Evidentemente quelli che inneggiavano a Hitler, ballando a ritmo di rock identitario e facendo il saluto romano erano, per Ciriani, comparse.
Insorgono le opposizioni
“Stigmatizziamo con forza il fatto che non sia venuto qui a rispondere il ministro Piantedosi. Noi siamo drammaticamente preoccupati da quello che è emerso ovvero un gruppo politico che fa riferimento a Fdi che inneggia a fascismo e nazifascismo. Ci saremmo aspettati oggi tutte altre risposte e tutt’altra postura”, ha attaccato De Biase nella replica.
Il commento del condirettore di Fanpage Biondi
“Ciriani si affida a un grande classico della narrativa vittimista della destra italiana: non rispondere nel merito della questione, ma provare a delegittimare l’interlocutore”, commenta Biondi, che sottolinea quel “GN non ha mai pubblicamente esibito striscioni”: “quell’avverbio: pubblicamente. Forse un lapsus, sicuramente una conferma del nostro lavoro: l’immagine pubblica di GN è immacolata, moderata, affidabile; quella privata, è evidentemente molto diversa. In effetti, Ciriani potrebbe anche ringraziarci per aver mostrato a lui e agli altri del partito un altro lato del loro ‘fiore all’occhiello’”.