Tiziano Renzi, Alfredo Romeo e Carlo Russo. Tutti insieme appassionatamente in una “bettola” romana. In cui l’imprenditore di origini campane, arrestato ieri con l’accusa di corruzione nell’ambito dell’inchiesta su Consip che come è noto vede indagato anche il padre dell’ex premier, entrò “da un ingresso riservato, attraverso il cortile di un palazzo”, per non attirare l’attenzione. A raccontarlo in un’intervista a Repubblica è Alfredo Mazzei, commercialista napoletano ed esponente del Pd, secondo cui Renzi senior si incontrò con gli altri due per “parlare di strategie“. A riferirglielo, stando alle sue parole, fu lo stesso Romeo: “Disse qualcosa che aveva questo senso: ‘Hai capito quei due…?’”. Alla domanda se il sottotesto fosse che “si parlò di soldi e appalti”, la risposta è: “Non posso saperlo. Ma ebbi l’impressione che”, appunto, “quella cena riservata servisse proprio a parlare di strategie”.
Mazzei, che è stato sentito dai pm di Napoli e da quelli di Roma – cui sono stati poi trasferiti gli atti sul filone Consip per competenza territoriale – premette che in precedenza aveva “suggerito” a Romeo di “stare alla larga” da Russo, che “aveva fama di essere un superficiale” e “vantava con tutti la possibilità di avvicinare il padre di Renzi”. Ma “un paio di mesi dopo, parlando con Romeo, seppi invece che non aveva seguito il consiglio”. Anzi, si era appunto incontrato con Russo e Tiziano Renzi, come detto.