La coincidenza è quantomeno sospetta. E per questo le indagini proseguono per capire se la natura dell’incendio che ha bruciato e completamente distrutto il Mecs, un chiostro storico di Capocotta, sia o meno doloso. Perché, e questo sembra il vero punto della questione, il rogo è avvenuto proprio il giorno prima della messa a bando del chiosco. Tanto che il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha lasciato intendere che l’ipotesi più probabile sia quella di un’intimidazione.
Proseguono le indagini per capire se la natura dell’incendio che ha distrutto il Mecs, chiostro storico di Capocotta, sia o meno doloso
Sull’incendio indagano i carabinieri e la procura di Roma. Il rogo è avvenuto alle 18 di domenica, poi le fiamme sono state spente dopo più di un’ora e mezza. Fortunatamente senza nessun ferito. Il Mecs è distrutto e ora l’ipotesi ritenuta più plausibile è quella di un rogo doloso. I vigili del fuoco e i carabinieri hanno proceduto alla bonifica del luogo e hanno trovato sei bombole di gpl. Nel caso in cui fossero stati pieni, potrebbero essere stati la causa di una più rapida propagazione delle fiamme. I punti d’innesco dell’incendio sono stati trovati in diversi punti e una delle ipotesi emersa sin dalle prime ore – ma che deve essere verificata – è che qualcuno usasse il chiosco come alloggi. Nella struttura, comunque, non c’era energia elettrica e per questa ragione gli investigatori sembrano escludere che la causa dell’incendio sia stato un corto circuito. Intanto i sopralluoghi sono continuati anche ieri: uno dei tentativi è quello di trovare qualcosa, come un accendino o degli indumenti, che possa fornire indizi preziosi alle indagini.
il sindaco di Roma Gualtieri ha lasciato intendere che l’ipotesi più probabile sia quella di un’intimidazione
Il Mecs Village era stato di recente dissequestrato: la decisione della procura era arrivata a febbraio dopo il sequestro di dicembre 2022. Anche in quel caso era arrivato dopo un incendio, verificatosi nel novembre del 2021, con la completa distruzione del chiosco. In quel caso dalle indagini emersero abusi edilizi. Quindi a febbraio la struttura era stata affidata al Campidoglio, che ha avviato l’iter per la messa a gara. E i bandi, ora, erano pronti. Proprio ieri – il giorno dopo l’incendio – è arrivata la messa a bando di tre lotti.
Era stato dissequestrato a febbraio e ieri doveva andare a gara
Una coincidenza inevitabilmente sospetta, tanto che Gualtieri – parlando di un episodio “preoccupante” – lascia intendere che lui l’idea se l’è già fatta: “Adesso, se qualcuno pensa di intimidirci non ci riuscirà. Noi andiamo avanti per la nostra strada”. Il primo cittadino chiede di fare al più presto chiarezza sulle cause del rogo, ricordando come negli ultimi mesi il Campidoglio abbia fatto “un lungo lavoro per tornare in possesso di tutti i lotti, iniziando a riscuotere i canoni arretrati e a far sanare gli abusi”. Da Gualtieri è arrivata anche l’assicurazione che tutti gli altri lotti sarebbero stati ugualmente messi a bando, senza ripensamenti dopo il rogo, che a suo avviso potrebbe essere intimidatorio.