“Evitare ogni regressione in materia di diritti umani è un compito che si è dato la comunità internazionale”. Inizia con questo richiamo l’intervento del primo presidente della Corte di Cassazione, Giovanni Mammone, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. In prima fila ad ascoltare, le più alte cariche dello Stato, dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, i ministri della Giustizia, Alfonso Bonafede, dell’Economica, Giovanni Tria, della Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, e il vicepresidente del Csm, Davide Ermini. Il presidente Mammone ricorda: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti”. Il concetto di dignità “costituisce infatti il fondamento stesso dell’intero nostro dettato costituzionale, in cui l’individuo è centro e punto di riferimento di ogni diritto”.
Entrando nel merito del sistema giudiziario, il presidente della Corte di Cassazione, è soddisfatto per i dati relativi alla diminuzione dei processi, civili e penali: “Nel settore civile il numero dei procedimenti pendenti si presenta in diminuzione secondo un trend che negli ultimi anni è sempre stato costante, passando dai circa sei milioni del 2009, ai poco più di tre milioni e seicentomila al 30 giugno 2018, con una percentuale di riduzione del 4,85% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il numero dei procedimenti penali nei confronti di autori noti pendenti al 30 giugno 2018 è diminuito del 4,1 % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Parimenti sono diminuiti anche i nuovi procedimenti iscritti (-2,6%) e quelli de- finiti (-4,7%)”.
Mammone è meno soddisfatto delle condizioni in cui versa il sistema della giustizia: “La gestione delle struttura giudiziaria risente nel complesso di una persistente carenza di risorse, soprattutto per quel che riguarda il personale amministrativo. La percentuale di scopertura nazionale è del 21,38% a fronte del 23,04% dell’anno precedente ma in alcuni distretti supera il 25%”.
Il vicepresidente del Csm David Ermini ha ricordato che “è compito irrefutabile dei singoli magistrati e della magistratura nel suo complesso guadagnarsi ogni giorno, sul campo, unitamente alla fiducia dei cittadini nel cui nome sono pronunciate le sentenze, quel bene prezioso del governo autonomo voluto dalla Costituzione a presidio dell’autonomia e dell’indipendenza dell’ordine giudiziario”. Mentre il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha promesso che “l’anno che ci apprestiamo ad inaugurare deve rappresentare una svolta per la giustizia italiana. Il settore della giustizia è pilastro fondamentale della nostra democrazia”.
“La giustizia rappresenta una priorità per il paese, il sistema giustizia deve finalmente restituire centralità ai cittadini, nei confronti dei quali la giustizia deve recuperare la sua credibilità – ha concluso Bonafede -. E’ giunto il momento che la politica, si faccia carico di realizzare, nell’interesse dei cittadini, un assetto normativo degno, che non miri soltanto alla riduzione quantitativa del contenzioso, ma al miglioramento qualitativo del servizio giustizia”. (Italpress).