Davanti all’avanzata della Russia nella regione di Kharkiv, cresce il numero di Paesi Ue che si dicono disposti a inviare truppe in Ucraina. A sdoganare il tema è stato il presidente francese Emmanuel Macron che per primo ha aperto a questa eventualità, seguito a ruota dal primo ministro della Lituania Ingrida Simonyte e a cui, nelle ultime ore, si è aggiunto il presidente dell’Estonia Alar Karis.
A rivelarlo è stato il consigliere per la Sicurezza nazionale del presidente estone, Madis Roll, che in un’intervista al portale Breaking Defense ha affermato che il governo sta discutendo “seriamente sulla possibilità di inviare truppe in Ucraina occidentale”. Secondo il consigliere di Karis, il governo sta ora analizzando il potenziale dispiegamento “nelle retrovie” e preferirebbe farlo come parte di una missione Nato “per dimostrare forza e determinazione” a Vladimir Putin.
In Ucraina si corre verso l’escalation
Insomma cresce di ora in ora il rischio di una pericolosa escalation. Lo sa bene il segretario di Stato americano, Antony Blinken, che per questo motivo è arrivato a Kiev, in Ucraina, per avere una serie di incontri, tra cui quelli con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, per discutere l’andamento del conflitto armato con la Russia.
Un viaggio a sorpresa con cui l’amministrazione di Joe Biden vuole provare a rassicurare l’Ucraina sul fatto che gli Stati Uniti non cesseranno di supportare l’esercito di Kiev e faranno tutto il possibile per sconfiggere Putin. A dirlo è stato lo stesso segretario di Stato con un post su X in cui si legge: “Sono tornato a Kiev oggi per dimostrare il nostro incrollabile sostegno all’UCRAINA mentre difende la propria libertà dall’aggressione russa”.