Le Lettere

In mutande e pannolini

La Meloni aveva diminuito l’Iva su pannolini e prodotti sanitari per le donne, ma io non ho visto ribassi di prezzo nei negozi. Adesso vuole aumentare di nuovo l’Iva al 10% e scommetto che i prezzi al dettaglio saliranno subito.
Mirella Moreno
via email

Gentile lettrice, non sono un acquirente di pannolini e assorbenti e quindi non posso basarmi su esperienze personali. Però, conoscendo la natura umana, non faccio fatica a credere che la diminuzione dell’Iva sia stata spesso incamerata dai commercianti e che questi abbiano continuato a vendere agli stessi prezzi di prima, lucrando sul ribasso della tassa e quindi accrescendo il loro profitto. È un po’ come quando si passò dalla lira all’euro: dalla sera alla mattina una pizza da 7mila lire si tradusse in 7 euro, quasi 14mila lire. Dunque se ne dovrebbe desumere che abbia ragione la Meloni che, dopo aver abbassato l’Iva dal 10 al 5%, ora fa mea culpa dicendo: “Non ha funzionato, quindi torniamo al sistema di prima”. Sembra una cosa logica, ma come tutte le cose della Meloni nasconde un inghippo, che lei, cara lettrice, ha già intuito: non appena l’Iva salirà del 5%, i commercianti faranno salire i prezzi di altrettanto. Passata la festa, gabbato lo santo. Gli insegnamenti di questa storia sono due. Il primo è che gli errori dei governanti incapaci li pagano sempre i cittadini. Il secondo è che alla Meloni non frega niente di “Dio, patria e famiglia”. Dio è morto da un pezzo, la patria è già svenduta agli interessi degli Usa, e la famiglia… be’, la famiglia se la può prendere in quel posto, tranne s’intende quella della Meloni, sorella e cognato compresi.

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