La neve sparisce a causa del cambiamento climatico, ma Regione Lombardia continua imperterrita a foraggiare impianti sciistici per decine di milioni. Vecchi e, cosa grave, anche nuovi. Non solo conferma gli stanziamenti del passato, ma ne introduce anche di nuovi a sostegno delle località sciistiche. Si va dal “Bando Neve”, misura programmata del 2019 con 35 progetti finanziati per un totale di 11.160.644 euro, ai “Bandi Innevamento (2018-2022)”. Questi ultimi sono definiti come una “misura di sostegno strutturale alla gestione ed esercizio degli impianti di risalita”, finanziata con uno stanziamento annuale compreso tra 1,4 e 1,6 milioni. Complessivamente sono stati erogati oltre 7 milioni di euro, che hanno interessato tra i 40 ed i 45 soggetti beneficiari, gestori di impianti di risalita e piste da sci. C’è poi il bando “Comprensori sciistici locali (2022): i progetti finanziati sono 26 per un totale di 3.127.096 euro.
La sulle piste non c’è neve, ma la Regione Lombardia continua imperterrita a foraggiare impianti sciistici per decine di milioni
I dati sono contenuti nel rapporto “Nevediversa 2024”, l’annuale rapporto di Legambiente che illustra le condizioni di impianti da sci dismessi o abbandonati e analizza gli ingenti costi ambientali ed economici per sostentare il comparto sciistico con innevamento artificiale anche in assenza di precipitazioni nevose. Non potevano mancare nel conto i finanziamenti alle infrastrutture sportive per i Giochi Olimpici e paralimpici invernali 2026. Per un nuovo invaso nella ski area di Carosello 3000 a Livigno, per esempio, il contributo regionale è stato di 6.363.000 euro, mentre quello per il collegamento dei versanti sciistici est ed ovest di Livigno, di 19.630.000 euro. per le infrastrutture per innevamento nei Comuni di Bormio e Valdisotto, di 8.000.000 euro, per l’ampliamento del demanio sciabile “Medio Tonale – Cima Sorti” (tramite un impianto per il collegamento con il demanio sciabile dell’Alta Valtellina con 10 km di nuove piste attrezzate con innevamento programmato), di 25 milioni.
La fotografia dello spreco nel rapporto Nevediversa
E, se la neve non c’è bisogna crearla. E per crearla, serve acqua. Tanta acqua. Per questo il dossier monitora anche i bacini artificiali costruiti in Italia: dei 158 neo-bacini individuati nell’arco alpino, 22 sono in Lombardia.
Un esempio di cosa non si dovrebbe finanziare con i soldi pubblici è l’iniziativa “OltreLario: Triangolo Lariano meta dell’outdoor”, che interessa il monte San Primo. Come riportato dal progetto di fattibilità tecnica ed economica i finanziamenti stanziati ammontano a più di 5 milioni: un milione erogato da Regione, uno da Comunità Montana Triangolo Lariano, tre milioni dal ministero dell’Interno. Il Monte San Primo è ampiamente al di sotto dei 2mila metri e ci nevica assai poco.
La Regione non solo ha confermato gli stanziamenti del passato ma ne ha attivati di nuovi
Ciononostante, si prevede di destinare una parte dei 5 milioni stanziati per tapis roulant, cannoni sparaneve, un’area bob and tubing, un bacino per l’innevamento artificiale e un parcheggio più grande. Le realtà del territorio denunciano da tempo l’intervento estremamente impattante dal punto di vista ambientale, che non tiene conto degli effetti dei cambiamenti climatici che renderanno sempre più rare le nevicate nella zona. A fine estate 2023 sono iniziati, invece, i lavori di posa delle tubature per prelevare l’acqua dal Lago Bianco al Passo di Gavia (Sondrio), uno dei laghi naturali alpini più belli e più elevati delle Alpi Retiche, al fine di alimentare i cannoni per l’innevamento artificiale delle piste da sci di Santa Caterina Valfurva, nonostante il lago sia all’interno del territorio del Parco Nazionale dello Stelvio. Oggi i lavori sono stati bloccati e la vicenda, come raccontato da La Notizia, a giorni approderà al Parlamento europeo.