Nel silenzio dei media occidentali, la crisi nella Repubblica Democratica del Congo si aggrava di ora in ora. Secondo quanto riferisce The Guardian, centinaia di soldati ruandesi che appoggiano i ribelli del gruppo M23 sarebbero rimasti uccisi nelle operazioni condotte nell’est del Paese dalle forze congolesi. Come spiegato dal prestigioso quotidiano britannico, queste notizie contraddicono le dichiarazioni del governo di Kigali, che ha sempre smentito il coinvolgimento delle proprie forze armate nel conflitto tra i miliziani e le forze di Kinshasa.
Nell’articolo vengono citati due alti funzionari dell’intelligence, che hanno chiesto l’anonimato, secondo i quali è difficile stimare il numero esatto dei militari ruandesi caduti in combattimento. Tuttavia, hanno affermato che le vittime potrebbero essere “migliaia”. Un’altra fonte di alto livello ha riferito inoltre della presenza di numerosi soldati ruandesi sepolti segretamente in “fosse comuni” in Congo, dal momento che il rimpatrio dei loro corpi oltre confine era impossibile.
In Congo è guerra aperta: le forze regolari di Kinshasa segnalano combattimenti con i ribelli e truppe ruandesi che li supportano
Il numero di vittime ruandesi sarebbe così alto che è stata costruita una nuova ala nell’ospedale militare di Kigali, mentre l’obitorio risulta ormai saturo, ha aggiunto la stessa fonte. Inoltre, immagini satellitari del cimitero militare di Kanombe, a Kigali, indicano che sono state scavate almeno 600 tombe da quando il gruppo M23 ha lanciato l’offensiva nell’est del Congo, nell’agosto del 2021.
Nei giorni scorsi, il presidente ruandese Paul Kagame, che è anche comandante in capo delle Forze armate, ha dichiarato alla CNN di “non sapere” se le truppe ruandesi siano dispiegate nella zona orientale della Repubblica Democratica del Congo. La comunità internazionale ritiene che il Ruanda appoggi i miliziani del gruppo M23 ed esperti dell’ONU stimano che circa 3.000-4.000 soldati ruandesi stiano supervisionando e supportando i miliziani.