di Stefano Sansonetti e Carmine Gazzanni
Sulla carta potrebbe anche sembrare una buona notizia. E in parte lo sarà pure. Il ministro dei beni culturali, Dario Franceschini, a esperienza governativa ormai archiviata ha distribuito un bel po’ di soldi tra i cosiddetti “istituti culturali” a valere sul triennio 2018-2020. Ne viene fuori che, rispetto al 2015-2017, gli stanziamenti sono praticamente raddoppiati: si passa da 5,6 a 10,2 milioni. Ma il diavolo, se così si può dire, si nasconde nel dettaglio numerico degli enti finanziati e nella loro natura. Da un triennio all’altro, infatti, si passa da 125 a 150 organismi innaffiati con soldi pubblici. Organismi che, dettaglio non trascurabile, hanno fondamentalmente natura privata, trattandosi quasi sempre di associazioni e fondazioni. E così, in un calderone di 150 soggetti privati, finisce con il riversarsi un po’ di tutto. Basta dare un’occhiata al decreto con cui Franceschini, e il titolare dell’Economia, Pier Carlo Padoan, hanno deliberato i contributi, appena approvati dal Parlamento.
La serie – Per dire, nessuno può contestare più di tanto il fatto che vengano assegnati 20mila euro l’anno alla Fondazione Giovanni Verga di Catania, che punta a sviluppare un’edizione critica delle opere del maestro del Verismo. Passino i 25 mila euro destinati alla Fondazione milanese Anna Kuliscioff (dal nome della rivoluzionaria russa naturalizzata italiana), che vuole promuovere la conoscenza del socialismo e del movimento operaio europeo. Ci possono stare i 25 mila euro stanziati per la Fondazione palermitana Giuseppe Whitaker (dal nome dello scopritore delle meraviglie archeologiche dell’isola di San Pantaleo), che intende diffondere la conoscenza della civiltà fenicio-punica. Così come è difficile mettere in discussione gli assegnati staccati a beneficio dell’Accademia della Crusca (145mila euro), della Fondazione Casa Buonarroti (25mila euro) o dell’Accademia dei Georgofili (50mila euro). Poi però giunge la domanda: quanti altri enti bisogna insaccare nella nuova lista stilata dal ministero per arrivare a 150? Così si scopre che tra le new entry della lista 2018-2020 c’è la Fondazione Giovanni Goria (20 mila euro), intitolata all’ex presidente del Consiglio della Dc. Ora, sarà anche importante dare un segnale a un organismo che vuole studiare la figura dell’ex politico piemontese. Ma è anche vero, come si apprende dal sito, che tra gli sponsor della fondazione ci sono già enti molto ricchi, come la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino o la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. Lo stesso dicasi per un’altra vecchia conoscenza delle liste del ministero dei beni culturali, ovvero la Fondazione veneta Giorgio Cini, nata con il nobilissimo scopo di restaurare l’isola di San Giorgio Maggiore. Si dà pero il caso che questa fondazione, il cui finanziamento annuale è cresciuto da 140 a 310 mila euro, contempli in qualità di soci sostenitori colossi come Intesa, Eni, Generali e Fondazione Cariplo. E abbia come presidente il super banchiere Giovanni Bazoli. Insomma, anche qui parrebbero sfruttabili ben altri canali di finanziamento, senza dover necessariamente transitare per le casse di Stato.
Gli altri – Si pensi, ancora, alla Fondazione Corriere della Sera, che riceverà 82mila euro nonostante alle spalle abbia una società quotata in borsa e vanti un consiglio di amministrazione altisonante, con al vertice il notaio ed ex numero uno di Rcs, Piergaetano Marchetti, e l’ex numero uno della Fiat, Cesare Romiti, nella veste di presidente onorario. Nulla di cui meravigliarsi, visti gli altri innumerevoli casi. Della fondazioni Cini, e del suo presidente-banchiere, ossia Bazoli, si è già detto. Ma attenzione: lo stesso Bazoli siede anche nel direttivo di un’altra associazione, che invece riceverà 38mila euro. Parliamo della Fondazione De Gasperi, presieduta dal ministro degli Esteri, Angelino Alfano, con un Cda in cui troviamo storici politici della Dc come Giuseppe Zamberletti e Carlo Secchi (quest’ultimo anche ex rettore della Bocconi). Senza dimenticare il presidente del comitato scientifico: Lorenzo Ornaghi, ex ministro dei Beni culturali con il Governo Monti, il quale di fatto si vedrà riconoscere il contributo dal suo successore al Mibact.
Viaggio infinito – Curioso è anche il caso dell’Animi, “Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia”, che prenderà un assegno da 105mila euro. Per inciso, Animi è presieduta dallo storico segretario del Partito Popolare ed ex ministro Gerardo Bianco. Ma al suo interno troviamo anche l’ex sottosegretario all’istruzione Marco Rossi-Doria (Governi Monti e Letta). Lo stesso Rossi-Doria siede pure nell’Istituto Ferruccio Parri (presieduto dal costituzionalista Valerio Onida), che riceverà 145mila euro. Ancora, tra i beneficiari abbiamo la Fondazione Craxi (50mila euro), presieduta dalla figlia di Bettino, Stefania, che fino a pochi anni fa riceveva fondi non dai Beni Culturali ma dalla Farnesina in qualità di “ente internazionalistico”. Stesso iter della Fondazione Lelio e Lisli Basso (che adesso prenderà 230mila euro), oggi presieduta dall’ex magistrato e segretario dell’Anm, Franco Ippolito, affiancato da tanti politici: da Fabrizio Barca a Walter Tocci, passando per Giuliano Amato. Non si può poi dimenticare l’Istituto Luigi Sturzo: 310mila euro per l’ente in cui siedono, tra gli altri, l’ex ministro Enrico Giovannini e la senatrice Pd Emma Fattorini. Esattamente come non si può non citare la Fondazione Accademia Santa Cecilia, che riceverà 125mila euro: nel cda troviamo, tra gli altri, Gianni Letta, Luigi Abete e Franco Bassanini. Piccola curiosità: ad essere “premiata” anche la Fondazione RomaEuropa (25mila euro), al cui interno troviamo ancora Letta, il presidente dell’Accademia, Michele dall’Ongaro, e Andrea Tobia Zevi, storico collaboratore del premier, Paolo Gentiloni, nominato come rappresentante della Farnesina.
Sindacati onnipresenti – L’ultimo capitolo può essere dedicato ai sindacati. Già, perché tra gli enti culturali premiati ce ne sono alcuni diretta espressione delle organizzazioni sindacali. È il caso della Fondazione Di Vittorio (area Cgil), che riceverà 20mila euro. Ancora più emblematico il caso della Fondazione Giulio Pastore (38mila euro), tra i cui soci fondatori ritroviamo la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan: la stessa che siede anche nella Fondazione Carlo Donat-Cattin (50mila euro). Così, perché il lavoro è importante.