Un altro grande flop in vista per la Lega: in Abruzzo la proposta di referendum elettorale annaspa. Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi in persona, scarica Matteo Salvini e in Consiglio regionale il naufragio del quesito per ripristinare il sistema maggioritario è ormai questione di ore. L’ordine di scuderia impartito dal Cavaliere ai tre consiglieri di Forza Italia, del resto, è chiaro: astensione. Quanto basta per mandare sotto la maggioranza quando la richiesta arriverà al voto dell’assemblea.
AZZURRI COMPATTI. In un messaggio ai coordinatori regionali di FI, Sestino Giacomoni è lapalissiano: “Il presidente ha detto di comunicarvi che la cosa migliore da fare è quella di dire ai nostri consiglieri regionali di astenersi. Pur se favorevoli di principio al maggioritario, dal punto di vista tecnico il referendum presenta molti punti critici, per questo non possiamo votarlo, ma non vogliamo neppure dividere il Centrodestra, per questo riteniamo che sia meglio astenersi e depositare, in tempi brevi, una proposta di riforma di legge elettorale elaborata da tutto il Centrodestra unito così come detto dal presidente Berlusconi”.
Una posizione che, se confermata, rischia di innescare un effetto domino in tutte le Regioni governate dal Centrodestra. Non a caso, come in Abruzzo, dalla Liguri alla Sardegna piovono bocciature, astensioni e rinvii che non promettono niente di buono per il Carroccio che vorrebbe i cittadini al voto, la prossima primavera, per cancellare la quota proporzionale del Rosatellum. Traguardo impossibile se, entro il 30 settembre, la richiesta di referendum non verrà formalizzata da almeno cinque Consigli regionali. Epilogo quasi scontato dopo la mossa di ieri di Berlusconi che mette al riparo Forza Italia da una legge maggioritaria pura che per il suo partito equivarrebbe all’eutanasia.
In Abruzzo, dove il voto previsto ieri è slittato, i 3 consiglieri azzurri sono allineati e coperti: senza il loro sostegno la proposta della Lega non ha i numeri. Incasserà 14 voti a favore (Lega, Fratelli d’Italia e Azione politica), 2 in meno del necessario (maggioranza assoluta 16 voti). Il coordinatore regionale di FI, Nazario Pagano, dopo l’indicazione del Cavaliere, è categorico: “L’indicazione è l’astensione”. Già fuori dalla maggioranza l’Udc farà sentire ancora di più la sua mancanza al Centrodestra, con la consigliera regionale Marianna Scoccia che voterà contro come i 7 pentastellati, i 3 del Pd e altri 3 consiglieri regionali delle liste di Centrosinistra.
CONTI SBAGLIATI. Ma non è tutto. Proposta bocciata ieri anche nella Liguria dell’ex azzurro Giovanni Toti, vicinissimo alla Lega: determinanti in commissione l’assenza del consigliere Claudio Muzio (Forza Italia) e il no di Giovanni De Paoli (ex Lega), la proposta approderà comunque domani in Consiglio regionale. Incertezza pure sulla mozione pro referendum presentata dal Carroccio in Sardegna, dove l’esame è slittato ad oggi per il rischio concreto che non ottenesse il via libera (31 voti) a causa delle troppe assenze. Insomma, dopo la crisi di Governo, pure la sfida referendaria rischia di rivelarsi un autogol. Stavolta ha sottovalutato l’istinto di sopravvivenza del suo stesso alleato.