Imprecisa o inattendibile, Meloni inciampa sei volte su dieci

Meloni alla prova del fact-checking: oltre metà delle dichiarazioni inattendibili o imprecise. E amplificate dai media senza verifica.

Imprecisa o inattendibile, Meloni inciampa sei volte su dieci

Imprecisa o inattendibile una volta su due, anzi, ancora di più. Pagella Politica ha ripercorso i due anni di governo e sentenzia che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha rilasciato dichiarazioni “poco o per nulla attendibili” in più della metà dei casi analizzati dal sito di fact-checking. Su un campione di oltre 100 affermazioni pubbliche, il 61% è stato etichettato come fuorviante o non pienamente rispondente alla realtà. Il dato non scritto che impressiona è che le dichiarazioni della premier sono state comunque con leggerezza amplificate dai media e la sua proverbiale ritrosia al confronto con i giornalisti ha impedito una reale verifica delle sue parole. 

Promesse sul lavoro: dati o illusione?

Un esempio frequente di incongruenze riguarda le dichiarazioni sul lavoro. Meloni ha dichiarato più volte che l’Italia sta vivendo un boom occupazionale grazie alle sue politiche, definendo l’attuale livello di occupazione un “record storico”. Tuttavia, l’Istat indica che, pur in presenza di un aumento occupazionale, questo non è un record assoluto, né è attribuibile in modo esclusivo al suo governo. L’analisi di Pagella Politica smentisce dunque un quadro di crescita eccezionale, evidenziando che l’incremento è limitato e riflette tendenze economiche già in corso.

L’immigrazione è il tema su cui Meloni ha commesso più errori, con un 58% di informazioni non attendibili. Ad esempio, ha ripetutamente affermato che l’Italia sta affrontando un afflusso “senza precedenti” di migranti, suggerendo che le misure attuali non bastino per contenere l’emergenza. Tuttavia, Pagella Politica dimostra che, pur esistendo picchi locali, i numeri non mostrano un fenomeno anomalo rispetto ai flussi degli anni precedenti. Numerosi errori anche sulle interpretazioni delle leggi internazionali, smentite dai giudici. 

Meloni tra energia e realtà distorte

La gestione della crisi energetica rappresenta un altro ambito controverso. Meloni ha più volte dichiarato che grazie alla sua azione politica i costi per i cittadini sarebbero diminuiti in modo significativo. Nonostante i tentativi del governo di contenere le bollette, il risparmio per le famiglie italiane è stato inferiore rispetto alle previsioni. I dati sui costi energetici, incrociati con le politiche attuate, mostrano infatti solo un leggero calo dei prezzi, non sufficiente a giustificare le dichiarazioni più ottimistiche rilasciate dalla premier. Molto più del governo in questo ambito ha fatto l’uscita dalla crisi energetica vissuta all’inizio dell’invasione russa in Ucraina. 

Pagella Politica ha diviso le 402 dichiarazioni verificate della presidente del Consiglio sulla base di tre giudizi: le dichiarazioni “attendibili”, quelle “imprecise” e quelle “poco o per nulla attendibili”. Le dichiarazioni “attendibili” sono quelle corrette o con lievi omissioni; le dichiarazioni “imprecise” sono quelle in cui Meloni ha commesso alcuni errori o ha omesso alcuni dettagli importanti; le dichiarazioni “poco o per nulla attendibili” sono quelle quasi o del tutto scorrette.

Fact-checking alla mano, le dichiarazioni “attendibili” sono state 157 (il 39 per cento sul totale), le dichiarazioni “imprecise” 102 (il 25,4 per cento), le dichiarazioni “poco o per nulla attendibili” 143 (il 35,6 per cento). Insomma, oltre metà delle dichiarazioni di Meloni tra quelle verificate nei suoi primi due anni di governo è risultata imprecisa o poco o per nulla attendibile.

Il dato del 61% di dichiarazioni inattendibili o imprecise fornisce un bilancio significativo dei primi due anni di governo Meloni. La rilevazione di Pagella Politica indica che l’imprecisione non è un fenomeno isolato o circoscritto ma una tendenza ricorrente, con impatti tangibili sulla percezione del pubblico. Forse anche una vera e propria strategia di governo. Per questo servirebbero più confronti con i giornalisti.