Immuni, l’App per gli smartphone scelta dal Governo per il contact tracing, “ha già superato i pregiudizi, la privacy è rispettata e la salute pubblica è tutelata”. E’ quanto ha detto SkyTg24 il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, a proposito del lancio dell’applicazione previsto per oggi. “Penso – ha aggiunto l’esponente dell’Esecutivo – che in tanti la scaricheranno e questo andrà a inserirsi nel sistema dei tracciamenti”.
E proprio oggi, nel giorno in cui Immuni sarà resa disponibile sugli store di Apple e Google in vista della sperimentazione che sarà avviata dal 3 giugno in Puglia, Abruzzo, Marche e Liguria, è arrivato anche il via libera del Garante per la Privacy. “Sulla base della valutazione d’impatto trasmessa dal ministero – spiega l’Autorità in una nota – il trattamento di dati personali effettuato nell’ambito del Sistema può essere considerato proporzionato, essendo state previste misure volte a garantire in misura sufficiente il rispetto dei diritti e le libertà degli interessati, che attenuano i rischi che potrebbero derivare da trattamento”.
Considerati “la complessità del sistema di allerta e del numero dei soggetti potenzialmente coinvolti”, il Garante ha comunque indicato “una serie di misure volte a rafforzare la sicurezza dei dati delle persone che scaricheranno la app. Tali misure potranno essere adottate nell’ambito della sperimentazione”, in modo da “garantire che nella fase di attuazione ogni residua criticità sia risolta”. In l’Autorità “ha chiesto che gli utenti siano informati adeguatamente in ordine al funzionamento dell’algoritmo di calcolo utilizzato per la valutazione del rischio di esposizione al contagio. E dovranno essere portati a conoscenza del fatto che il sistema potrebbe generare notifiche di esposizione che non sempre riflettono un’effettiva condizione di rischio. Gli utenti dovranno avere inoltre la possibilità di disattivare temporaneamente l’app attraverso una funzione facilmente accessibile nella schermata principale”.
“I dati raccolti attraverso il sistema di allerta – rivela il Garante della privacy – non potranno essere trattati per finalità non previste dalla norma che istituisce l’app. Dovrà anche essere garantita la trasparenza del trattamento a fini statistico-epidemiologici dei dati raccolti e individuate modalità adeguate a proteggerli, evitando ogni forma di riassociazione a soggetti identificabili e adottando idonee misure di sicurezza e tecniche di anonimizzazione. Dovranno essere introdotte misure volte ad assicurare il tracciamento delle operazioni compiute dagli amministratori di sistema sui sistemi operativi, sulla rete e sulle basi dati”. In base alle indicazioni del Garante, “la conservazione degli indirizzi Ip dei cellulari dovrà essere commisurata ai tempi strettamente necessari per il rilevamento di anomalie e di attacchi”.
“Dovranno essere adottate misure tecniche e organizzative – conclude il Garante – per mitigare i rischi derivanti da falsi positivi. Particolare attenzione dovrà essere dedicata all’informativa e al messaggio di allerta, tenendo altresì conto del fatto che è previsto l’uso del sistema anche da parte di minori ultra quattordicenni”. L’Autorità, infine, “ha sottolineato che il trattamento di dati personali raccolti attraverso la app, da parte di soggetti non autorizzati, può determinare un trattamento di dati personali illecito, eventualmente anche sotto il profilo penale”.