Più passavano le ore più ieri appariva chiaro che l’ottimismo di Matteo Renzi sulla possibilità di dimostrare che “finalmente qualcosa in Europa è cambiato” era stato eccessivo. Le avvisaglie si erano viste tutte già al prevertice del pomeriggio. Un faccia a faccia a quattro tra il nostro premier, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier britannico David Cameron e il presidente francese Francois Hollande. Tutti d’accordo sul non essere d’accordo. Com’è d’altronde nella specialità della casa per questa Europa più formale che sostanziale. A mettere tutti con i piedi per terra era stato già nel pomeriggio il presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk. “Sarà difficile trattare l’accoglienza dei profughi”, aveva ammesso, spiegando che la discussione sulla solidarietà tra i paesi europei per la redistribuzione dei richiedenti asilo sarebbe stata la questione più difficile da trattare nel vertice. Perfetta profezia.
Lo scoglio più duro si è rivelato sin da subito il leader inglese David Cameron, alle prese con le imminenti elezioni in Gran Bretagna. Nonostante i progressi economici, i sondaggi elettorali non gli sono troppo amici e notoriamente l’apertura all’ingresso di nuovi immigrati non è il migliore argomento per prendere consensi. Di qui l’indisponibilità a ospitare un po’ dei disperati che arrivano soprattutto sulle coste italiane, in un’ottica di redistribuzione solidale dei flussi in arrivo nel continente. “Non ci illudiamo di poter risolvere tutti i problemi oggi”, aveva perciò messo le mani avanti ancora Tusk.
In cambio del rifiuto a prendersi nuove quote di immigrati Cameron ha offerto più aiuti militari, e per questo ha messo a disposizione niente di meno che uno dei pezzi più pregiati dell’intera marina militare di sua Maestà, la nave portaelicotteri Bulwark, tre elicotteri e due pattugliatori. Tutto ovviamente a condizione che le persone salvate siano però portate nel Paese sicuro più vicino, dunque in Italia, e che non chiederanno asilo nel Regno Unito. Navi militari di supporto sono state promesse anche da altri Paesi, a partire dalla Germania.
Dopo le 21 e 30 i primi ministri sono usciti dal vertice per cantare vittoria nelle conferenze stampa e dimostrare che l’Europa ha un cuore. È bastato però ascoltarli pochi minuti per capire che il vertice aveva prodotto il solito buco nell’acqua. Triplicare i fondi di Triton conquista i titoli dei giornali ma non serve quasi a niente. Non è infatti portando lo stanziamento da 30 a 90 milioni che si ferma una delle più grandi migrazioni della storia, sarebbe servito centuplicare gli stanziamenti. Sul bombardamento dei barconi non si fa più nulla. I governi hanno dato un mandato esplorativo alla Mogherini e poi si vedrà. I migranti potranno essere distribuiti nei diversi Paesi, ma questo avverrà solo sulla base di disponibilità volontarie. Come dire: non se ne farà niente. Commentando il vertice Renzi ha parlato di gigantesco passo avanti, ma la stessa cosa l’aveva già detta quando l’Ue mise in campo l’operazione Triton. Con quali risultati concreti l’abbiamo visto tutti. Anche se i leader europei fanno finta di niente.