Resta alta tensione dopo il vertice istituzionale sull’Ilva di oggi al ministero per lo Sviluppo economico dal ministro Luigi Di Maio. “Ho chiesto ad ArcelorMittal dei miglioramenti sul piano ambientale e occupazionale e per me non sono ancora soddisfacenti” ha detto il ministro al termine del tavolo a cui hanno preso parte i rappresentanti di 62 sigle.
Tra le poche certezze l’impegno di ArcelorMittal a raggiungere, entro il 2023, “una riduzione delle emissioni di CO2 per tonnellata di acciaio liquido pari al 15% rispetto ai dati del 2017”. O almeno è quanto proposto da ArcelorMittal e presentato oggi al tavolo. Il piano prevede anche l’impegno, anche per il periodo successivo alla durata del Piano industriale, a mantenere la produzione dell’acciaieria a ciclo integrato ad un livello non eccedente gli 8 milioni di tonnellate di acciaio liquido annue.
Il vertice è stato preceduto dalla contestazione mossa a Di Maio èdi aver allargato eccessivamente la partecipazione. Era stata critica anche la ArcelorMittal. Secca la risposta da parte di Di Maio: “Il tavolo Ilva non è stato convocato per trasformarsi in un club privato dove si discute nell’oscurità. Tutto deve essere trasparente”. Il ministro ha poi spiegato: “Stiamo parlando del futuro di migliaia di cittadini e lavoratori, e chi preferisce può liberamente scegliere di non partecipare. Da ministro lo accetto, ma ne trarrò le dovute conseguenze”.