Diminuisce il numero dei bimbi che lavorano ma è ancora emergenza. E’ quanto sottolinea il nuovo Rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo), ‘Marking progress against child labour’ (Misurare i progressi della lotta al lavoro minorile), che indica una riduzione di un terzo del lavoro minorile dal 2000, passando da 246 milioni a 168 milioni. Il maggior numero in termini assoluti di bambini lavoratori si trova nell’area Asia-Pacifico (quasi 78 milioni), benché l’Africa sub-Sahariana continui ad essere la regione con la più alta incidenza di minori lavoratori in rapporto alla percentuale della popolazione, oltre il 21%. L’incidenza di lavoro minorile è più elevata nei paesi poveri, ma i paesi a medio reddito hanno il maggior numero di bambini lavoratori. Inoltre il lavoro minorile tra le bambine è diminuito del 40% dal 2000, mentre quello dei bambini del 25%. L’agricoltura, infine, rimane il settore in cui si trovano più minori lavoratori (98 milioni di bambini o il 59%), ma il fenomeno è ugualmente rilevante nel settore dei servizi (54 milioni) e nell’industria (12 milioni), per lo più nell’economia informale. Nonostante ciò, questo calo non consentirà di raggiungere l’obiettivo fissato dall’Ilo, e condiviso dalla comunità internazionale, di eliminare le peggiori forme entro il 2016. “La direzione è giusta ma ci stiamo muovendo troppo lentamente. Se vogliamo veramente porre fine a questo flagello nel prossimo futuro, allora dobbiamo raddoppiare gli sforzi a tutti i livelli. Abbiamo 168 milioni di buone ragioni per farlo”, ha dichiarato il direttore generale dell’Ilo, Guy Ryder. Le ultime stime dell’Ilo, pubblicate alla vigilia della Conferenza Globale sul lavoro minorile che avrà luogo a Brasilia il prossimo mese, mostrano che i progressi più significativi si sono registrati tra il 2008 e il 2012 con un calo del numero globale da 215 milioni a 168 milioni. Più della metà dei 168 milioni di bambine e bambini lavoratori nel mondo svolgono lavori pericolosi che hanno conseguenze dirette sulla loro salute, sicurezza e sviluppo morale. Attualmente, sono 85 milioni i bambini impiegati in lavori pericolosi rispetto ai 171 milioni del 2000. Il lavoro pericoloso è spesso utilizzato come equivalente delle peggiori forme di lavoro minorile, questo perché i minori coinvolti nei lavori pericolosi rappresentano la maggioranza di quelli nelle peggiori forme.
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