La tregua di pochi giorni a Gaza per lo scambio di prigionieri mi ha confortato un po’, ma per il dopo prevedo tutto come prima.
Ivo Santini
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Gentile lettore, Israele continua ad essere sicura di godere dell’impunità che Usa ed Europa le hanno sempre garantito, anche quando viola senza pudore i diritti umani. Su Tel Aviv mai l’ombra di una sanzione, neppure un affettuoso buffetto, mentre elargiamo feroci sanzioni quando si tratta della Russia. La differenza tra Ucraina e Gaza è che Mosca agisce coi guanti bianchi, cercando di minimizzare le vittime civili, mentre Israele massacra senza alcun riguardo. L’altro giorno il New York Times ha scritto che “i civili palestinesi vengono uccisi a un ritmo storico, mai visto nell’ultimo secolo. Le donne e i bambini uccisi in meno di due mesi sono più del doppio di quelli uccisi in Ucraina in due anni”. Si potrebbe pensare che il quotidiano americano si stia ravvedendo, dopo che alcune firme di punta del giornale si sono dimesse per protesta contro la linea “complice dei crimini di guerra israeliani” e che mille intellettuali hanno firmato una lettera aperta contro il giornale. In realtà l’articolo fa l’ennesimo gioco pro Israele mettendo insieme i numeri di donne e bambini per non dire che, se conteggiamo solo i bambini, quelli uccisi a Gaza non sono il doppio ma più di dieci volte il numero dei bimbi ucraini morti. E soprattutto c’è una distanza stellare tra 200-300 bambini persi in Ucraina su una popolazione di 40 milioni e i 6 mila persi a Gaza su una popolazione di 2,2 milioni. Per i mass-media la matematica è un gioco di illusionismo. Come al solito.
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