Dalla Redazione
Se anche l’Oms ammette l’emergenza allora, forse, c’è da preoccuparsi. Nessun contagio in Europa, per carità, ma l’allarme Ebola in Guinea comincia a fare paura. Anche perché, come ha detto la direttrice dell’Oms, Margareth Chan, il contagio avanza “più velocemente degli sforzi per controllarlo” e le forze schierate in campo a livello dei singoli Paesi e internazionale sono “tristemente inadeguate”. Tanto che la Chan, nel corso di un summit, ha messo in guardia contro il rischio di “conseguenze catastrofiche” della diffusione del virus e dell’eventuale propagazione in altre nazioni.
L’Ebola continua a mietere vittime. In quattro giorni i morti per le febbri emorragiche sono stati 57. In totale dallo scoppio dell’epidemia, lo scorso dicembre, sono state contagiate 1.326 persone e ne sono morte 726. L’Oms ha anche certificato il primo caso in Nigeria che diventaa così il primo paese a essere colpito dalla malattia dopo Sierra Leone, Liberia e Guinea. Per prevenire il diffondersi dell’Ebola sono stati stanziati 100 milioni di dollari.
In ogni caso le possibilità che il virus esca dall’Africa sono minime. Oltretutto l’Ebola non si diffonde per via aerea ma solo per contatto con sostanze organiche dell’ammalato. Senza contare che si tratta di un ceppo tropicale e come tale abituato a climi particolarmente caldi, diversi da quelli europei.