Da una parte la presenza costante sui social e sui canali di informazione; dall’altra il ritorno nelle piazze soprattutto nell’ottica di riprendere in mano i territori e ravvivare ambizioni e speranze degli attivisti. La strategia elettorale di Giuseppe Conte si muove, dunque, su un doppio binario che viaggia parallelo e che evidentemente mira reciprocamente a influenzarsi. Non a caso ieri il presidente M5S è stato ospite di Filo Rosso su Rai3 (qui il video), ma prima ha fatto anche una diretta social dal titolo più che inequivocabile: “Finora abbiamo ascoltato di tutto e di più. Adesso parlo io”.
Conte: “Ci sarà il ‘voto utile’, o si vota Meloni o Letta. Ci sarà una sorpresa: il terzo incomodo, il M5S”
Conte non ha risparmiato critiche al Pd che ha ad esempio messo “due dita negli occhi” al M5S con la scusa dell’inceneritore che, invece, nulla (o quantomeno poco) c’entra con la posizione critica sul decreto-Aiuti e, più in generale, con la linea politica assunta dal governo Draghi. E da qui la conclusione del discorso, che lancia ufficialmente la campagna elettorale del Movimento: “Ci sarà il ‘voto utile’, o si vota Meloni o Letta. Di fatto il voto sarà questo: o votate per l’uno o per l’altro. Ci sarà una sorpresa: il terzo incomodo, il Movimento 5 stelle”, sottolinea l’ex presidente del Consiglio che, ancora una volta, rivendica ai 5S la caratura di forza “veramente progressista”.
In questa maniera i Cinque stelle di fatto si riappropriano del loro più nitido Dna, caratterizzato dall’essere alternativa a tutto ciò che il panorama politico offre. Resta, però, il tema da cui siamo partiti: come tornare a riaccendere i cuori degli attivisti e degli elettori? Innanzitutto, spiegano fonti interne, premendo su una coesione del Movimento. E non a caso i primi segnali già stanno arrivando: le pagine M5S locali hanno tutte espresso nei giorni scorsi sostegno e vicinanza al presidente pentastellato.
Non solo: tutte condividono i post della pagina nazionale, specie quelli delle partecipazioni televisive. Si condivide addirittura stesso font anche a livello regionale, un dettaglio che ha sempre caratterizzato la linea comunicativa M5S ma che nell’ultimo periodo era andato perso. Affianco però alla coesione ventilata e pubblicizzata sul web, deve corrispondere anche quella fisica e “di piazza”. Proprio per questo, nell’attesa di capire cosa accadrà sul doppio mandato (si sta cercando il modo per arrivare a una deroga per qualcuno), la campagna deve accendersi con i pezzi da novanta (ma al primo mandato) del Movimento. E non sarebbe un problema.
Pare ormai cosa certa la candidatura di Chiara Appendino e di Virginia Raggi
Pare ormai cosa certa la candidatura (di cui proprio La Notizia, tra i primi, ha parlato già una settimana fa) di Chiara Appendino e di Virginia Raggi. Due nomi importanti che portano nuovi entusiasmi. Resta ancora in dubbio la candidatura di Alessandro Di Battista. A quanto risulta sono in corso trattative: Dibba chiede garanzie affinché il Movimento non ricada in alleanze errate. Cosa, visto il passato, più facile a dirsi che a farsi.
In altre parole, Di Battista vuole la sicurezza che poi non ci si ritrovi dentro a qualche sconveniente coalizione. Certo è, però, che al momento le richieste dell’ex parlamentare sono state rispettate: uscita dal governo Draghi e no all’intesa col Pd. “Siamo fiduciosi”, rivela un deputato vicino a Conte.
Anche perché sforzo è stato chiesto a tutti, e tutti finora hanno risposto presente nel nome di un’intraprendenza ritrovata. A partire dallo stesso Beppe Grillo che, dicono fonti informate, avrà parte attiva in questa campagna elettorale. Chi non l’avrà è Davide Crippa: l’ormai ex capogruppo M5S alla Camera è uscito dai 5S. Un addio che non sorprende visto le polemiche degli ultimi giorni. “Bene così: meglio perdere chi non è d’accordo e poi andare avanti tutti uniti”, mormora qualcuno.