di Nicola Tarantino
Il Congresso è nelle loro mani. Non solo hanno conquistato la maggioranza alla Camera e al Senato, ma hanno anche scardinato la coalizione che nel 2008 e 2012 aveva portato Barack Obama alla Casa Bianca. Escono così vittoriosi i repubblicani nelle elezioni midterm contro i democratici. Una pesante sconfitta per Obama. Ora, infatti, cominceranno due anni molto difficili per il presidente, ormai “anatra zoppa”, che dovrà gestire il potere esecutivo da una posizione di grande debolezza.
BRUTTA PARTENZA
E che la giornata non sarebbe stata delle migliori per i democratici lo si è capito subito dall’inizio, fin dai primi exit poll. Oltre il 50% degli elettori appena usciti dai seggi, infatti, ha detto che era scontento dei parlamentari di entrambi i partiti, ma ancora di più dell’amministrazione. Oltretutto il controllo della Camera da parte del Grand Old Party, come negli Usa viene chiamato il Partito repubblicano, non era mai stato in discussione. E la sua conferma è venuta subito dopo la chiusura delle urne. La gara quindi era tutta concentrata sul Senato, dove l’opposizione aveva bisogno di togliere sei seggi ai rivali democratici per diventare maggioranza. Ci è riuscita, andando ben oltre le aspettative. I repubblicani, infatti, non hanno vinto solo negli stati più deboli detenuti dai loro avversari, ma anche in molte regioni che proprio Obama aveva conquistato, cambiando la geografia politica degli Usa. Il Partito Repubblicano si è ripreso subito Montana, West Virginia, South Dakota, Arkansas, Alaska, e fino a qui non si può parlare di vere sorprese. Poi, però, ha portato via ai rivali anche Iowa, North Carolina e Colorado, che Obama aveva trasformato in stati blu puntanto sugli immigrati ispanici, i neri, le donne, i giovani, e i moderati bianchi che non si riconoscevano negli estremismi dei repubblicani modello Tea Party. Questa era infatti la coalizione che aveva costruito il primo presidente di colore e che sembrava destinata a durare, se non altro per ragioni demografiche.
LA BOCCIATURA
Insomma, i risultati delle elezioni di medio termine si sono rivelate per Obama una vera e propria bocciatura. L’economia in ripresa non è bastata a salvarlo, a fronte delle delusioni per l’incerto lancio della riforma sanitaria, l’occupazione che balbetta, il mancato rinnovo delle leggi sull’immigrazione, il tentativo fallito di limitare la vendita delle armi dopo la strage di Sandy Hook, le crisi internazionali come quella dello Stato Islamico, e persino la gestione dell’emergenza ebola.
ALTRA BATOSTA
Ma dai risultati di ieri non esce bastonato solo Obama. Le elezioni, infatti, hanno rappresentato anche una sconfitta per la macchina elettorale di Hillary Clinton, che nonostante abbia partecipato a 45 eventi elettorali negli ultimi 54 giorni, non è riuscita ad avere un grande impatto. Forse con l’unica eccezione del New Hampshire. Anche in Arkansas, lo stato di cui il marito Bill era governatore, i candidati che hanno sostenuto sono stati sconfitti.