Un imprenditore meridionale mette l’etica al primo posto. Da un’accusa di aver preso fondi sospetti iniziano i suoi guai. Stasera al Teatro Augusteo Paolo Caiazzo debutta con “Quella visita inaspettata”, una commedia insolita che genera un maldestro thriller, tutto da ridere in un momento particolare per il Mezzogiorno.
Qual è il confine per un imprenditore che da sempre è irreprensibile?
“La commedia si sofferma proprio su questa sottile linea di demarcazione tra le due fazioni. Emergono le varie fragilità dell’essere umano, l’anima nera che è nascosta in ognuno di noi e che affiora quando è toccata dal fascino del male. La domanda ricorrente è: ‘perchè siamo attratti dai cattivi’ ”?
Che risposta si è dato?
“Io credo si tratti di una questione di “difetto di fabbrica”. Non dimentichiamo che siamo quelli che hanno scelto Barabba. L’animo umano è affascinato dal comportamento non lineare, a volte lo condanna pubblicamente, ma ne rimane comunque ammaliato. Personalmente credo che ognuno di noi abbia un’anima crime, ombre nascoste in attesa di venir fuori. Anche per questo condanno fermamente le polemiche degli ultimi tempi contro alcune fiction e serie tv”.
Lei crede che sia quindi errato attribuire alle opere cinematografiche un ruolo educativo?
“Sì, chi scrive una sceneggiatura non ha mai l’intento di veicolare un messaggio negativo. Da sempre si è fatto il tifo per i cattivi, e mi riferisco anche alla mia generazione, eravamo a favore di Diabolik e non di Ginco. È normale che anche i nostri figli siano affascinati dai protagonisti di “Gomorra” e “Mare fuori”. Non è corretto criminalizzare soltanto le fiction, anche i social hanno contribuito a questa immane confusione. Quanti ragazzi credono che tutto ciò che leggono o vedono sui network corrisponda sempre a verità?”
La comicità può lanciare dei messaggi civili?
“Assolutamente sì. Attraverso la comicità viene meno il fascino del cattivo. Se il personaggio negativo diventa comico perde nettamente forza e virilità. La commedia deve essere il mezzo per divulgare messaggi positivi”.
Oggi c’è una manifestazione a Roma contro l’autonomia differenziata e i tagli al Mezzogiorno: come artista che posizione ha?
“Sono un meridionalista, difenderò sempre a spada tratta la mia terra. Viviamo un momento storico molto complesso, mi auguro che l’Italia rimanga il “Bel Paese” che conosciamo. Il mondo della cultura prova a fare la sua parte, io da napoletano mi sento italiano al 100 per cento e voglio continuare a rivolgermi ad un pubblico eterogeneo. Nella mia commedia non ho scelto a caso la figura dell’imprenditore del Sud che rispetta la legge, che ha un alto concetto di Stato e che condanna i truffatori. Vedrete quante ne dovrà passare”.
Qual è il rischio per il Meridione secondo lei?
“Sono tanti e in settori diversi. Però, a parte il dispiacere iniziale, nel caso passi l’autonomia differenziata sono fortemente convinto che il ‘terrone’ troverà una soluzione alternativa con una sua grande virtù: a’ cazzimma”.