Red carpet tra flash e folla in estasi per Sting e la moglie Trudie Styler che ha portato alla Festa del Cinema di Roma il suo terzo lungometraggio “Posso entrare? An Ode to Naples”. Che la regista e il noto cantante fossero amanti dell’Italia era risaputo ma, la passione per Napoli è stata una novità che ha colto tutti di sorpresa. Il film è un atto d’amore per la città all’ombra del Vesuvio che viene presentata nei suoi mille volti e nelle sue innumerevoli contraddizioni, un viaggio nei luoghi dell’anima del capoluogo partenopeo, attraverso le prelibatezze culinarie, i riti, la cultura, i linguaggi e scene di vita quotidiana che raccontano luci e oscurità di una metropoli tanto amata quanto discussa. “Una città che non esclude” l’ha definita Styler dopo mesi di lavoro e incontri con gli altri protagonisti della pellicola, tra cui lo scrittore Roberto Saviano.
Applausi alla Festa del Cinema di Roma per il gigante dell’animazione Hayao Miyazaki
Molto acclamati ieri anche il rapper Clementino e l’attore Francesco Di Leva, vincitore del David di Donatello come Miglior Attore Non Protagonista per la sua interpretazione nel film di Mario Martone “Nostalgia.” Ma la seconda settimana della Festa del Cinema è partita con l’attesissima opera del maestro dell’animazione giapponese Hayao Miyazaki “Il ragazzo e l’airone” che, per fortuna, ha deciso di rinviare l’addio al grande schermo. Ispirata al romanzo omonimo di Yoshino Genzaburō, pubblicato nel 1937, la storia è ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale e narra di un bambino che si avventura nel regno dei morti per ritrovare l’amata mamma scomparsa. Ne emerge una riflessione intelligente e suggestiva sul mistero della vita e della creazione. Questo lavoro di Miyazaki è candidato al “People’s Choice Award”, al Toronto International Film Festival, ed è già stato definito dalla critica un capolavoro. Per vederlo nelle sale cinematografiche italiane bisognerà aspettare però gennaio prossimo.
Convincente la serie sui Florio che diventa un’intelligente allegoria dell’Italia dei nostri giorni. Oggi come ieri
E poi è arrivata la nuova serie diretta da Paolo Genovese: “I leoni di Sicilia”. Uno degli appuntamenti più attesi della festa di Roma, definito un “piccolo Gattopardo”, e tratto dall’omonimo bestseller da oltre 25 edizioni di Stefania Auci, tradotto in molti Paesi e con più di 650mila copie vendute in due anni. La vicenda storica dei Florio, famiglia simbolo di una Sicilia romantica e operosa, patriarcale e visionaria, si pone sorprendentemente come uno scorcio dell’Italia sociale, politica e culturale di oggi. I primi quattro episodi saranno trasmessi da domani in streaming su Disney+. Convincenti i protagonisti, Michele Riondino che abbandonate le vesti del metalmeccanico in “Palazzina Laf”, si immerge nella belle époque siciliana, e soprattutto una versatile Miriam Leone (nella foto), con Donatella Finocchiaro, Vinicio Marchioni ed Eduardo Scarpetta.
Da segnalare pure la sezione “Storia del Cinema”, che ha ospitato il documentario “American Badass: A Michael Madsen Retrospective” di Dominique Milano, che ha ripercorso la carriera di Madsen, dall’esordio in film del calibro di “Wargames – Giochi di guerra” e “Il migliore”, passando per il successo di “Thelma & Louise” di Ridley Scott, per giungere a capolavori come “Le Iene”, di Quentin Tarantino, la saga di “Kill Bill” e “The Hateful Eight”. Non passa sotto traccia l’esordio alla regia di Filippo Barbagallo, oltre che autore delle sceneggiature e interprete, in “Troppo azzurro”, insieme a Brando Pacitto, Martina Gatti, Alice Benvenuti e Valerio Mastandrea. Un film-comedy accattivante e dai toni leggeri, realizzato attraverso lo sguardo smart dei più giovani e dell’ormai “terzo occhio”: lo smartphone.