Quando si parla di sovraffollamento delle carceri, spesso e volentieri lo si descrive come una calamità impossibile da prevedere e arginare. Un dramma atavico dell’Italia che, cosa ancor peggiore, in questi ultimi tempi si è aggravato ulteriormente perché anche gli istituti per la detenzione dei minori sono entrati in sofferenza. Proprio sulla base di questa triste novità, Antigone, l’associazione che monitora i penitenziari italiani e il rispetto dei diritti dei detenuti, nel suo ultimo report ha demolito le vecchie dicerie affermando molto chiaramente che “il sovraffollamento non è una calamità naturale.
Di fronte ad eventi di cronaca, sempre catalogati come ‘emergenze’, l’attuale governo ha adottato una risposta di stampo securitario e repressivo con l’emanazione di decreti legge o proposte di legge che cercherebbero di risolvere l’insicurezza sociale percepita con l’introduzione di molte nuove fattispecie di reato e l’incremento del ricorso alla custodia cautelare”. Il problema, si legge nel rapporto, è che si tratta di “misure, alcune simboliche altre di grande impatto repressivo, che colpiscono prevalentemente le fasce di popolazione più vulnerabili” ossia “minori, tossicodipendenti, appartenenti a minoranze etniche, aggravando peraltro il tasso di sovraffollamento carcerario e le condizioni di vita detentive, già al di sotto di standard adeguati”.
Cosa ancor peggiore è che per l’associazione c’è “alle porte una nuova ondata di affollamento carcerario qualora passasse il nuovo pacchetto sicurezza” proposto dal governo di Giorgia Meloni e che è “attualmente in discussione” in cui “si puniscono disobbedienza e resistenza passiva. Verrebbe arrestato anche Gandhi”.
Il sovraffollamento delle carceri è fuori controllo
Dati alla mano, è più che legittimo dire che le carceri scoppiano. Come si legge nel rapporto, il tasso di affollamento reale del sistema penitenziario è “a quota 130,6% e sono circa 14.000 le persone in più rispetto ai posti letto regolamentari”. In 56 istituti il tasso di affollamento è superiore al 150% e sono ben 8 quelli in cui è superiore al 190%: si tratta di “Milano San Vittore maschile (227,3%), Brescia Canton Mombello (207,1%), Foggia (199,7%), Taranto (194,4%), Potenza (192,3%), Busto Arsizio (192,1%), Como (191,6%) e Milano San Vittore femminile (190,7%)”.
Solo 38 sono, invece, gli istituti non sovraffollati. Come si legge nel rapporto, al 30 giugno i detenuti in Italia sono ben 61.480, a fronte dei 51.234 posti detentivi regolamentari. A fronte di ciò, il tasso di affollamento ufficiale medio è del 120% ma non tiene conto dei posti non disponibili che, al 17 giugno, erano in totale 4.123 e “di conseguenza il tasso di affollamento reale del nostro sistema penitenziario è ormai del 130,6%”. Sempre secondo il report, sono già 58 i suicidi avvenuti in carcere dall’inizio dell’anno, nove solo nel mese di luglio. “Se il ritmo dovesse continuare di questo passo, a fine anno rischieremo di superare il tragico record del 2022 che, con 85 casi, è passato alla storia come l’anno con più suicidi di sempre”.
Il sovraffollamento delle carceri ora riguarda anche gli istituti minorili. Antigone lancia l’allarme: “Colpa del decreto Caivano”
Al contrario di quanto raccontato dalle destre, la situazione non sembra migliorare. Negli ultimi 12 mesi ci sono stati quasi quattromila ingressi nelle carceri, per l’esattezza 3.955 persone, in aumento del 6,9%. Preoccupa soprattutto l’aumento del numero di presenze negli istituti minorili, che hanno segnato 586 ingressi nei 17 istituti penali per minorenni d’Italia nei primi mesi del 2024. Il problema è che in questi penitenziari risultano appena 514 posti ufficiali. Qualcuno potrebbe pensare che il sovraffollamento nelle carceri minorili non sia poi tanto grave, ma così non è.
A spiegarlo è sempre Antigone che fa notare come “le presenze sarebbero ancora maggiori se non fosse per la pratica, resa più facile dal Decreto Caivano, di trasferire nelle carceri per adulti chi ha compiuto la maggiore età pur avendo commesso il reato da minorenne, interrompendo così la relazione educativa”. Tutte ragioni per le quali il presidente dell’associazione Antigone, Patrizio Gonnella, afferma che “siamo all’esplosione del sovraffollamento che richiede misure urgenti per restituire dignità al sistema penitenziario italiano. Manca lo spazio vitale, manca la refrigerazione, la luce naturale in molte celle. Le condizioni di vita sono drammatiche e la situazione diventa esplosiva”.