Dopo l’uscita della XI edizione del rapporto “Le Performance Regionali” del Crea Sanità, Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità, emerge ancora una volta il divario tra le regioni. Le Performance Regionali riportate nel documento sono sei e analizzano dimensioni di appropriatezza, equità, sociale, esiti, economico-finanziaria, innovazione. Ne emerge la fotografia di un Paese spaccato in due. Ma come si colloca il Lazio? La Regione governata da Francesco Rocca e dal Centrodestra non figura tra le Regioni “bocciate” ma finisce nell’elenco di quelle “rimandate”.
Chi sta facendo affari d’oro nel settore della sanità promuove il governatore Rocca. Mentre un report “rimanda” le performance regionali
Perché nonostante abbia performance abbastanze omogenee, sono comunque tutte comprese in un range tra il 37 e il 43% (su un massimo è 100) quindi inferiori al 50%. Tra gli expert del panel che hanno lavorato al documento spiccano metà dei direttori generali della Regione Lazio quali Maria Paola Corradi, da 11 anni direttore dell’Ares 118, Tiziana Frittelli, direttore generale dell’ospedale San Giovanni, Fabrizio D’Alba, direttore generale del Policlinico Umberto I, Giuseppe Quintavalle, commissario Asl Roma 1, Massimo Annichiarico, da poco direttore generale della Sanità in Veneto (ma in precedenza alla Regione Lazio al posto di Urbani), e Giuseppe Ippolito direttore della ricerca al ministero della salute.
Un rapporto commentato in termini entusiastici da parte dei big della sanità privata che tra tutti i governatori d’Italia ha elogiato Francesco Rocca che ha assegnato ben 23 milioni di euro senza battere ciglio proprio ai privati per i posti letto che dovrebbero servire a decongestionare i pronto soccorso. Tra questi, a tessere le lodi del presidente, Riccardo Starace, l’imprenditore dell’ospedalità privata (presidente e ad fra le altre di Seven Holding, Medica Group e Xte), intervenuto “ricordando come sia importante in questo percorso anche valorizzare la sanità privata che è, e in particolare dopo l’esperienza del Covid dovrà esserlo sempre più, la seconda gamba del Servizio Sanitario Nazionale.
A tal proposito – scrive Starace – ad esempio la linea intrapresa dal Governatore della Regione Lazio, Francesco Rocca pare proprio andare nella direzione giusta: quella di valorizzare tutte le risorse che esistono sui territori, da un lato migliorando e rafforzando la sanità pubblica dall’altro lavorando affinché la sanità privata sia sempre più di supporto al servizio sanitario regionale”.
Un commento arrivato dopo l’iniziativa dell’Aiop, l’Associazione Italiana dell’Ospedalità Privata tenutasi lo scorso 19 giugno dal titolo “La sinergia tra Pubblico e Privato per il Rilancio della sanità nel Lazio” a cui ha partecipato lo stesso governatore Rocca insieme al ministro della Salute, Orazio Schillaci, e altri personaggi politici quali Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia, e Chiara Colosimo di Fratelli d’Italia. L’incontro, durato diverse ore, ha visto la partecipazione di gran parte dei direttori generali della sanità laziale alcuni dei quali, secondo fonti regionali consultate da La Notizia, seguirebbero Rocca ovunque (anche politicamente) per assicurarsi il rinnovo del loro contratto.
Una disponibilità che invece sembra non esserci verso le sigle sindacali che tutelano i lavoratori delle strutture pubbliche. Così mentre la sanità laziale (pubblica) rischia il collasso, le strutture private cercano nuovi accordi sull’onda della nuova crisi con il benestare della politica e di chi dovrebbe tutelare la tenuta del sistema sanitario regionale che, invece, lascia sempre più spazio all’avanzata dei colossi della sanità privata. A discapito della comunità.