Alla fine la tanto agognata decisione non è arrivata. Il Consiglio di Garanzia del Senato, presieduto ancora dall’ex senatore Luigi Vitali (Forza Italia) in attesa che il presidente di Palazzo Madama, Ignazio La Russa, nomini i nuovi membri, si è riunito ieri per decidere sull’annosa questione dei vitalizi e, più in particolare, sulla vicenda degli arretrati degli ex parlamentari. E alla fine, come detto, si è deciso di non decidere: “La sentenza definitiva – rivela uno dei membri interpellato dal nostro giornale – verrà presa a metà gennaio”. Campa cavallo che l’erba cresce.
Della vicenda il nostro giornale si è occupato a più riprese. Dopo il taglio ai vitalizi voluto per primo dall’allora presidente della Camera Roberto Fico e adottato (anche se in ritardo) pure al Senato, allora guidato dall’ex presidente Elisabetta Casellati, c’è stato chi ha storto il muso. E cioè 771 ex senatori che hanno prontamente impugnato quella delibera e ne hanno ottenuto l’annullamento dalla Commissione contenziosa (primo grado della giustizia interna di Palazzo Madama), presieduta al tempo dall’azzurro Giacomo Caliendo.
Alla fine la tanto agognata decisione sui vitalizi del Senato non è arrivata. La sentenza è slittata a metà gennaio
A fare ricorso è quindi stata l’Amministrazione di Palazzo Madama e nel dicembre 2021 è arrivata la sentenza del Consiglio di Garanzia (secondo grado di giudizio), presieduto da Vitali che sebbene cassando l’algoritmo utilizzato per il ricalcolo degli assegni, si è alla fine aggrappato alla Consulta. La Corte costituzionale si è pronunciata a inizio dicembre stabilendo che sull’eventuale restituzione degli arretrati e sull’equità o meno dei tagli ai vitalizi devono pronunciarsi Camera e Senato per via del principio dell’autodichia (ovvero per il fatto che Camera e Senato hanno leggi che sono indipendenti dalle norme ordinarie e statali).
E arriviamo così al 13 dicembre, giorno nel quale si pensava che si sarebbe arrivati a una decisione. Che alla fine non c’è stata. “Su alcuni punti della questione – spiega un senatore ancora membro del Consiglio – c’è convergenza, su altri invece c’è assoluta distanza. Ora abbiamo un mesetto circa per capire come trovare una soluzione. Ma per certo a metà gennaio arriveremo a una sentenza”. Vedremo.
Intanto, per quello che il nostro giornale è riuscito ad appurare, una certezza c’è: “A decidere saremo noi”, spiega ancora il senatore. La questione non è così secondaria: i membri in carica sono quelli della scorsa legislatura e finché La Russa non provvederà a nuove nomine, resteranno loro non potendosi prevedere un periodo di vacatio. “Ci mancherebbe – chiosa ancora il senatore – è giusto che a decidere siamo noi, altrimenti un nuovo potenziale Consiglio dovrebbe ricominciare tutto daccapo”.
Resta però una situazione paradossale. A presiedere il Consiglio come detto è il forzista Luigi Vitali che nel frattempo non è stato rieletto. Un cortocircuito kafkiano: a decidere la questione in tema i vitalizi sarà un percettore di vitalizio maturato in forza dei 67 anni di età e delle 5 legislature alle spalle (4 alla Camera e una al Senato).
L’ex senatore azzurro Luigi Vitali si candida al Csm
Nel frattempo, peraltro, Vitali pare non voglia restare con le mani in mano. Nel silenzio di tutti, il suo nome compare tra i tanti che si sono auto-candidati per un posto come membro laico nel Csm. La candidatura è arrivata in Parlamento il 9 dicembre. Manca poco più di un mese – le Camere si riuniranno il prossimo 17 gennaio – per sapere se, dopo la lunga esperienza parlamentare, per Vitali si aprirà anche una parentesi al Csm oppure no. Chissà, magari la data di elezione per il Csm coinciderà con quella della sentenza sull’annosa questione dei vitalizi.