Di Gaetano Pedullà
La riforma del Senato fa un passo avanti. Evviva! I contorni di come sarà Palazzo Madama iniziano a delinearsi, ma il clima parlamentare si fa ogni giorno più infuocato, con le opposizioni arrivate ad abbandonare l’aula. Altro tempo che buttiamo via in modo imperdonabile, perché mentre il Palazzo discute su se stesso fuori l’Italia scompare.
Giusto ieri la Fiat ha chiuso la sua ultima assemblea a Torino. Da oggi il Lingotto si chiama Fca (Fiat Chrysler Automobiles) e avrà casa tra Londra, Amsterdam e Wall Street. Contemporaneamente la compagnia aerea degli Emirati ha accettato di entrare in Alitalia con il 49%, diventandone però di fatto l’azionista di controllo. Dalle auto ai trasporti aerei, perdiamo dunque un altro pezzo della nostra economia. Crisi, mancanza di politica industriale, regole antiquate e che scoraggiano gli investimenti stanno spogliando questo paese delle sue imprese.
Il premier però continua a nascondere la polvere sotto il tappeto, negando una manovra finanziaria che ormai è certo dovremo fare al più presto a meno di sforare i vincoli europei. E invece di prendere il toro per le corna, prendendo iniziative forti sul fronte economico, si continua a discutere degli 80 euro, di chi li avrà e di chi invece no. Come se tutti i dati non abbiano dimostrato che questa mancetta non è servita né a far ripartire i consumi, né a smuovere anche millimetricamente il nostro Pil. La politica di basso cabotaggio, insomma, continua ad avere il sopravvento. Nulla a che vedere con la promessa di rottamare un Paese vecchio per far partire un’Italia nuova.