Oltre 150 milioni di euro lordi all’anno. Per la precisione, circa 150,98 milioni. Centesimo più centesimo meno. Sono quelli che, stando all’ultimo rapporto del Centro studi e ricerche di Itinerari previdenziali, le Regioni spendono in media ogni anno per pagare i vitalizi dei loro ex consiglieri. Una cifra monstre che se sommata con quella messa a bilancio dalle Camere, 218 milioni di euro in totale nel solo 2016 (135 milioni 360 mila euro il dato relativo a Montecitorio e 82 milioni 890 mila euro quello di Palazzo Madama), porta l’esborso per pagare le pensioni degli ex Onorevoli a raggiungere la ragguardevole somma di 368 milioni lordi. Proprio così. Complessivamente, dice il dossier, le Regioni erogano 3.538 vitalizi (2.583 diretti e 945 di reversibilità), il cui importo medio si attesta intorno a 42.314 euro lordi l’anno. Ovviamente con delle differenze da Regione a Regione.
Sali e scendi – Ai primi posti nella classifica di quelle che spendono di più, segnala sempre Itinerari previdenziali, ci sono Puglia, Sicilia, Sardegna, Lazio e Campania con un’incidenza complessiva che oscilla fra 10 e 18 milioni di euro lordi. Mentre agli ultimi posti figurano Toscana, Abruzzo, Marche, Basilicata e Molise. Qualche cifra? Per pagare 159 vitalizi diretti e altri 49 di reversibilità, la Regione Puglia tira fuori più di 15 milioni di euro all’anno (dato aggiornato ad aprile 2016). “Meglio” fanno le due Isole: quasi 18 milioni di euro la Sicilia, dove intascano il vitalizio in 312 (186 ex inquilini dell’Ars e 126 eredi), e circa 17,5 milioni la Sardegna, dove i percettori sono in tutto 311. Anche la Campania, con i suoi 10,8 milioni atti a pagare 249 assegni, come detto, non scherza. Per non parlare del Lazio: 9 milioni 240 mila euro per pagare 146 vitalizi diretti e altri 3 milioni 960 mila per quelli di reversibilità. Totale: 13 milioni 200 mila euro. Certo, si dirà: negli ultimi anni, complice la spinta della famigerata “antipolitica”, molte Regioni hanno riformato il sistema. Peccato però che le nuove regole – così com’è accaduto anche per il Parlamento – valgano soltanto per i nuovi eletti. Insomma, al grido de “i diritti acquisiti non si toccano”, gli ex consiglieri usciti dalle rispettive assemblee prima che l’andazzo cambiasse vedranno l’assegno continuare a correre.
Alla cassa – Nel lungo elenco figurano nomi noti, come quello di Sandra Lonardo, moglie dell’ex Guardasigilli Clemente Mastella, che dopo una sola legislatura in Regione Campania oggi porta a casa un assegno di 4.995 euro lordi al mese. Senza dimenticare il caso dell’ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari, che ai 1.711 euro netti al mese che gli vengono versati dalla Regione Veneto (dato relativo al 2015) somma i 3.044 euro, sempre netti, del vitalizio da ex deputato. O quello dell’ex governatore della Puglia Nichi Vendola, che ai 5.618 euro lordi che percepisce dalla Regione che ha guidato dal 2005 al 2015 unisce i 4.985 euro netti come ex inquilino di Montecitorio. Davvero niente male.
Twitter: @GiorgioVelardi