Il salario minimo torna in Aula alla Camera dei deputati, come stabilito dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Una decisione che ha subito riacceso lo scontro tra maggioranza e opposizione, con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha attaccato soprattutto il leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte, chiedendo “perché in tre anni di governo” non sia stato introdotto.
La conferenza dei capigruppo ha stabilito la nuova calendarizzazione della provvedimento in Aula per il 28 novembre: a ottenerla è stata il Movimento 5 Stelle, come proposta in quota opposizione. “Sul punto non arretreremo”, hanno promesso battaglia i pentastellati. Stessa posizione del Pd, con la segretaria Elly Schlein che assicura che i dem continueranno “a battersi” per le famiglie in povertà.
Salario minimo, l’iter e cosa succederà
L’opposizione unita, con l’unica eccezione di Italia Viva, aveva presentato una proposta di legge per il salario minimo che introduceva una soglia di 9 euro l’ora lordi. Meloni ha preso due mesi, chiedendo un parere al Cnel. L’organo guidato da Renato Brunetta ha poi di fatto affossato il salario minimo, consentendo così alla maggioranza di stabilire un ritorno della proposta in commissione, appena ripresa la discussione in Aula a Montecitorio dopo i due mesi di stop.
Il testo approderà in Aula tra più di un mese, abbinato però alla proposta di Forza Italia che prevede di adeguare le retribuzioni alla contrattazione collettiva, ma senza istituire un vero salario minimo. Posizione che, tra l’altro, non è del tutto condivisa nella maggioranza. Tanto che si ipotizza la presentazione di un nuovo testo unitario delle forze di destra.
Una volta che verrà messa a punto questa proposta, il centrodestra potrebbe presentarla in commissione, decidendo poi di portare proprio quel testo in Aula. Senza, quasi certamente, una soglia minima come quella dei 9 euro stabilita dal testo dell’opposizione. Se così fosse, sembra probabile che la proposta della maggioranza scavalchi quella dell’opposizione, affossandola ed eliminando la possibilità di istituire un salario minimo per legge.