Un altro mondo è possibile e non è neanche così lontano. Mentre in Italia il governo e la maggioranza di destra fanno di tutto per affossare il salario minimo, nel Regno Unito il premier, Rishi Sunak, non solo conferma che funziona, ma lo aumenta.
Già a ottobre, racconta la Repubblica, il ministro delle Finanze, Jeremy Hunt, aveva annunciato l’aumento del salario minimo da 10,42 a 11 sterline l’ora. Ora si va oltre, innalzandolo a 11,44 sterline a partire da aprile. Si tratta, sommando i due interventi, del più alto aumento da quando questo strumento è stato introdotto nel Regno Unito nel 1998.
Salario minimo, aumento record in Regno Unito
Ogni anno il salario minimo viene rivisto dopo la consultazione con una commissione apposita. Non sempre, ovviamente, si decide di aumentarlo. Ma quest’anno – complice anche l’inflazione elevata – sì e l’incremento sarà del 10% in busta paga. In particolare per i lavoratori a tempo pieno di almeno 23 anni, lo stipendio annuale cresce di 1.800 sterline, pari a circa 2mila euro.
Questo strumento è chiamato National living wage: finora valeva per i cittadini al di sopra dei 23 anni, ma verrà allargata la platea dai 21 anni. Per 21enni e 22enni la crescita in busta paga sarà ancora maggiore: da 10,18 a 11,44 sterline. Circa 2.300 l’anno, ovvero 2.500 euro. Il beneficio riguarda 2,7 milioni di lavoratori nel Regno Unito.
Un aumento si prevede anche per il National minimum wage, previsto per i lavoratori britannici tra i 18 e i 20 anni: nel loro caso si passa da 7,49 a 8,60 sterline. Per i 16enni e 17enni si sale da 5,28 a 6,40 sterline l’ora. La mossa del governo britannico è dettata da un semplice dato di fatto: il salario minimo funziona. I dati a disposizione del governo britannico dicono che dal 2010 lo strumento ha dimezzato il numero delle persone con stipendi bassi (dal 21,3% all’8,9%) senza alcun effetto controproducente per i livelli occupazionali.