Processo da rifare per Emilio Fede e Nicole Minetti. Sarà necessario un appello bis per l’ex direttore del Tg4 e l’ex consigliera regionale lombarda nell’ambito del cosiddetto processo “Ruby bis”. La decisione, per molti a sorpresa, della Cassazione è arrivata dopo ore interminabili di camera di consiglio. Accolti i ricorsi degli avvocati difensori dei due imputati. Ritenuto “inammisibile” il ricorso della Procura che chiedeva per Fede l’inasprimento della pena e la conferma per quella della Minetti. Accompagnata da Lele Mora la ragazza marocchina entrò a Villa San Martino per la prima volta il 14 febbraio 2010.
LA SVOLTA
Emilio Fede era stato condannato in primo grado a sette anni e in appello a 4 anni e 3 mesi. Nicole Minetti era stata, invece, condannata a tre anni. Con il venir meno dell’accusa più grave della prostituzione minorile era rimasta l’accusa di favoreggiamento della prostituzione di 29 ragazze maggiorenni e, per il solo Fede, quella del tentativo di indurre alla prostituzione altre tre ragazze che, invece, hanno detto ‘no’. “Quello di oggi (ieri, ndr) è un grande risultato che cancella definitivamente l’accusa di induzione alla prostituzione minorile, ponendo paletti importanti sulla vicenda”, ha dichiarato a caldo l’avvocato Maurizio Paniz, difensore di Emilio Fede, commentando il verdetto della Cassazione nel processo Ruby bis. “Ho sempre avuto fiducia nella giustizia anche di fronte a sentenze pesanti di condanna. Con questa fiducia mi affido al nuovo grado di giudizio”. Una sentenza forse inaspettata anche dall’avvocato stesso visto che nella sua arringa aveva chiesto di tener conto delle attenuanti per Fede avendo l’ex direttore superato gli ottant’anni. Ora sarà necessario almeno un mese per conoscere le motivazioni.