Minimizzare la faccenda stavolta rischia di non bastare a Roberta Pinotti. Il ministro della Difesa non ha ancora finito di schivare l’inchiesta di Potenza con le strane manovre per gli appalti della Marina che è già travolta dalla storia dei Rolex regalati dagli emiri del Kuwait. Alla vicenda rivelata dal giornale online Dagospia il ministro ha reagito girando e rigirando la frittata. Fino a far infuriare lo stesso premier, che di Genova ha ancora le tasche piene dopo l’implosione e la disfatta del Pd ligure alle ultime regionali. Questi Rolex, che in un primo momento erano stati negati, adesso si ammette che ci sono anche se lo stesso ministro ha spiegato a Sky Tg24 di non occuparsene personalmente, in quanto le incombenze dei doni scambiati nel corso delle visite di Stato spettano agli uffici che prendono gli oggetti in consegna. Le rivelazioni di Dagospia definite quindi (testuale) “prive di ogni fondamento” adesso si rivelano tutt’altro che infondate. In altri Paesi solo per questo, prima ancora che per un orologio, saltano le poltrone.
PRO E CONTRO – Qui però si sa che c’è il perdono cristiano e soprattutto le elezioni amministrative. Per il Governo perciò è meglio non fare troppo rumore, ma l’idea di un cambio della guardia cresce, eccome, nonostante la stabilità dei vertici al ministero della Difesa sia in questo momento importantissima in vista di un possibile intervento in Libia. Intervento che Matteo Renzi sta facendo di tutto per evitare e sul quale ieri ha incassato l’apertura del premier Fayez Serraj, disposto a barattare l’intervento di truppe estere con la ripresa delle forniture di armi e munizioni. L’insoddisfazione per il ministro però resta e a Palazzo Chigi si sussurra un nome che a tanti piacerebbe vedere con l’elmetto al posto della Pinotti: Anna Finocchiaro. L’ex magistrato, ex ministro, vero motore della riforma costituzionale che porta abusivamente il nome della sola Boschi, “prendendo le stellette” di ministro della Difesa chiuderebbe degnamente la sua ultradecennale carriera di parlamentare, lasciando a questo punto doverosamente alla responsabile delle Riforme l’onere (e soprattutto l’onore) di tagliare da sola con il premier il nastro della riforma che spiana il vecchio Senato.
MALUMORI – L’ipotesi di dimissioni, che nel caso vedrebbero alte le quotazioni di una sostituzione anche con Vasco Errani, secondo quanto riportato ieri da Libero fanno per ora “solo ridere” la Pinotti. La figuraccia però non fa ridere affatto il Governo, dove i flop della ministra che per un attimo si era sognata persino al Quirinale stanno stancando. In uno scenario internazionale sempre più complicato, dove l’Italia rischia di essere trascinata in operazioni militari, un ministro così attaccabile non è un buon segnale. E se è nobile la promessa di vendere il Rolex (di cui ora ci si è accorti) per aiutare la minoranza yazida di Mosul, ora sono in tanti a non vedere l’ora che la signora sloggi dal ministero.