Porte chiuse. Anzi, serrate. Dentro Forza Italia proprio non ne vogliono sapere di ricucire con Angelino Alfano. Il ministro degli Esteri e leader di Ncd ha lanciato l’ennesimo messaggio ai suoi ex compagni di viaggio, quelli cioè che hanno condiviso con lui la parabola del Pdl. “Esiste un importante spazio per idee e movimenti politici di impronta liberale e popolare, moderata e riformatrice” ed “esiste tra il Partito democratico e la Lega”, ha scritto Alfano in una lettera inviata al Corriere. Insomma: l’ex delfino di Berlusconi auspica un rassemblement dei moderati. “Un’occasione per Forza Italia – l’ha definita – per riavvolgere il nastro e non annegare irreversibilmente la propria vocazione riformista nel mare del populismo anti europeo e anti euro”. Tradotto: mollate Lega e Fratelli d’Italia e ricuciamo. Solo il capogruppo azzurro a Palazzo Madama, Paolo Romani, ha commentato ufficialmente l’uscita del ministro. “Mentre si pone il problema della creazione e della collocazione strategica di un polo moderato e liberale”, ha spiegato all’Adnkronos, “notiamo che il baricentro di Ncd si è spostato nell’area renziana, tant’è che Alfano voleva convincerci a votare a febbraio come chiedeva l’allora premier”.
Meglio soli – Un messaggio inequivocabile. Ma gli altri cosa ne pensano? “In questi anni si sono combattute battaglie, penso a quelle sulla riforma costituzionale e sulle unioni civili, che hanno visto Alfano sempre schierato dalla parte di Renzi”, ricorda a La Notizia Lucio Malan. “Lui ci chiede di scegliere da che parte stare? Non credo ci siano grossi dubbi… Forse il ministro avrebbe dovuto pensarci prima: le scelte sbagliate prima o poi si pagano”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Francesco Paolo Sisto. “La coerenza e la fedeltà a Berlusconi sono i due valori fondanti di Fi – dice –. Alfano tiene due piedi in una scarpa, il fatto che il suo appello arrivi a ridosso di possibili elezioni è a dir poco singolare”. La coalizione, chiarisce Sisto, “è formata da noi, Lega e Fratelli d’Italia: qualsiasi operazione di disturbo deve essere valutata con attenzione, soprattutto se riguarda chi ha contribuito a ‘far fuori’ politicamente il nostro leader e continua senza pentimento a dare appoggio al Governo e ad amministrazioni locali di sinistra che ci vedono all’opposizione”.
Spazi stretti – Per il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, si tratta di “una prospettiva che non esiste, viste anche le pregiudiziali che Alfano ha nei confronti di Salvini e Meloni”. E anche Nunzia De Girolamo, tornata in Forza Italia dopo un passaggio in Ncd, chiarisce: “Non vedo perché dovremmo creare un altro contenitore in un quadro già frammentato”, e poi “i presunti partiti a cui fa riferimento il ministro degli Esteri non hanno i numeri per vincere”. Certo, “bisogna essere il più inclusivi possibile, ma non è certo mettendo dei veti che si costruisce l’alternativa”. “Alfano non pensi di poterci dividere, semmai rifletta definitivamente su cosa fare”, chiosa il deputato umbro Pietro Laffranco: “Il Centrodestra deve unirsi, gli egoismi non sarebbero compresi dagli elettori che ci vogliono coesi, come hanno dimostrato penalizzandoci proprio sulla base del nostro grado di compattezza”. Caustica Daniela Santanché. “Alfano ha fatto ben capire che è alla ricerca di un posto di lavoro”, il tweet condito dall’hashtag #staisolo. Il rischio, del resto, è proprio quello.