Un giudice statunitense ha chiesto all’amministrazione Biden di valutare la possibilità che a Mohammed bin Salman, il principe ereditario dell’Arabia Saudita, possa essere concessa l’immunità sovrana in una causa civile intentata contro di lui negli Stati Uniti da Hatice Cengiz, la fidanzata di Jamal Khashoggi, giornalista ucciso da agenti sauditi nel 2018.
Un giudice Usa ha chiesto all’amministrazione Biden di valutare la possibilità che a Mohammed bin Salman possa essere concessa l’immunità sovrana
John Bates, un giudice del tribunale distrettuale, ha concesso al governo degli Stati Uniti tempo fino al 1° agosto per dichiarare i propri interessi nella causa civile o per notificare al tribunale di non avere alcuna opinione in merito.
Il presidente degli Stati Uniti incontrerà l’erede al trono saudita alla fine di questo mese, quando farà il suo primo viaggio a Riyadh da quando è entrato alla Casa Bianca. La denuncia civile contro il principe Mohammed bin Salman, presentata da Cengiz presso il tribunale distrettuale federale di Washington DC nell’ottobre 2020, sostiene che lui e altri funzionari sauditi abbiano agito in una “cospirazione e premeditazione” quando agenti sauditi hanno rapito, legato, drogato, torturato e ha ucciso Khashoggi all’interno del consolato saudita a Istanbul nel 2018. La stessa tesi è sostenuta da rapporto dell’intelligence USA pubblicato nel 2021 che definisce “probabile” che proprio bin Salman abbia ordinato l’omicidio di Kashoggi.
Già un processo, quello in contumacia contro gli assassini di Khashoggi, si è arenato per volere di Erdogan che ha voluto così migliorare i suoi rapporti con i sauditi. Qualsiasi mossa del governo degli Stati Uniti per chiedere al principe ereditario l’immunità sovrana nel caso rappresenterebbe un tradimento della promessa di Biden di ritenere l’Arabia Saudita responsabile «Sarebbe assurdo e senza precedenti per l’amministrazione proteggerlo.
Sarebbe l’ultimo chiodo nella bara per i tentativi di ritenere responsabili gli assassini di Khashoggi», ha affermato Abdullah Alaoudh, il direttore della ricerca di Dawn, un’organizzazione no-profit che promuove la democrazia in Medio Oriente fondata da Khashoggi e co-querelante su il caso contro il principe ereditario.
Agnès Callamard, a capo di Amnesty International, che ha indagato sull’omicidio di Khashoggi nel suo precedente ruolo di relatore speciale delle Nazioni Unite sugli omicidi extragiudiziali, ha affermato che è “risibile” che il principe Mohammed bin Salman, che ha definito “un quasi sovrano”, possa beneficiare dell’immunità da capo di Stato dopo che gli stessi Stati Uniti avevano concluso pubblicamente che molto probabilmente aveva approvato l’operazione per uccidere Khashoggi.
Chissà che ne dicono, certi nostri politici italiani che di questi tempi sono così sensibili per le ragioni dei giornalisti oppressi dagli altri e non vedono i giornalisti oppressi (o come in questo caso uccisi) dai loro amici.