Il sistema Italia sta reggendo anche alla prova del Covid-19. Con buona pace di gufi e opposizioni a corto di argomenti, impegnate a sparare sul Governo nel tentativo di dare la spallata, senza portare una proposta degna di tale nome e cercando solo di scatenare la protesta. Il Paese ha resistito meglio di altri all’emergenza sanitaria e si sta risollevando pure dalla crisi economica seguita alla pandemia. A specificarlo ieri è stato il ministro dell’economia, Roberto Gualtieri, sottolineando il fortissimo rimbalzo del Pil.
L’INTERVENTO. Ospite del meeting di Rimini, il titolare del Mef ha assicurato che nel terzo trimestre l’Italia vedrà “un fortissimo rimbalzo” della crescita dopo il tonfo del secondo trimestre a causa del coronavirus. “Siamo di fronte alla più significativa contrazione del Pil della storia recente del nostro Paese – ha affermato Gualtieri – ma tutti gli indicatori degli ultimi mesi ci dicono che ci sono le condizioni, e i primi dati hanno sorpreso positivamente gli osservatori, per avere un terzo trimestre di fortissimo rimbalzo e una chiusura dell’anno non lontano dalle previsioni originali che il Governo aveva dato”.
Mentre l’Europa vede nero, tanto sul fronte sanitario quanto su quello strettamente economico, l’Italia dovrebbe dunque attestarsi su posizioni ipotizzate quando la pandemia non era neppure all’orizzonte. Nella tavola rotonda sul tema “Verso un’economia sostenibile. La sfida della ripartenza”, il ministro dell’economia e finanza ha poi precisato che tra aprile e giugno il Pil italiano, secondo la stima preliminare dell’Istat, è crollato del 12,4% sul trimestre precedente e del 17,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il Governo Conte punta quindi a contenere a -8% l’impatto dello shock della pandemia sulla crescita del 2020.
Per Gualtieri, “siamo di fronte ad una crisi senza precedenti e dall’altro davanti ad una straordinaria opportunità per realizzare il cambiamento del Paese”. Quello che per anni è stato promesso e mai realizzato potrebbe diventare ora una realtà dopo lo tsunami del Covid-19. Il titolare del Mef ha aggiunto che la responsabilità del governo è enorme, grandissima e altrettanta la consapevolezza dell’esecutivo, sua, del premier Conte e di tutti i ministri, evidenziando che “siamo usciti dalla fase dura, adesso siamo in una fase di transizione, un autunno da cui dipenderanno i dati finali dell’economia di quest’anno e poi si aprirà la fase della grande opportunità col programma Next Generation per costruire un cambiamento profondo, strutturale, solido del Paese”. In tale fase così delicata l’Italia è ritenuta nelle condizioni per sorprendere positivamente per i risultati che si possono conseguire sul piano economico, sia nell’immediato sia soprattutto, vista la possibilità di innescare un nuovo ciclo di sviluppo e cambiamento del Paese, nel futuro.
CHI SEMINA RACCOGLIE. I risultati italiani sono frutto di un duro lavoro del Mef e dell’intero Governo. Guardando a come spendere le risorse che arriveranno dall’Europa, il ministro dell’economia e finanze ha dichiarato di aver raccolto già 534 progetti e di apprestarsi a raccoglierne altri, senza realizzare, per usare l’espressione di Mario Draghi, i progetti che fanno debito cattivo. “Realizzeremo solo progetti che incidano sui grandi nodi, assi, colli di bottiglia strutturali e affrontarli è la condizione per cambiare profondamente questo Paese”, afferma Gualtieri. E aggiunge che il tema della formazione dei giovani, della ricerca, dell’educazione è decisivo e centrale come centrale sarà la questione di favorire la crescita dimensionale delle imprese, ridurre le emissioni, ricucire il Paese con una rete infrastrutturale e creare buona occupazione.