Che all’Italia di Giorgia Meloni non convenga autoisolarsi in Europa lo suggerisce anche la difficile situazione economica in cui si trova il nostro Paese che dovrà sui conti pubblici scendere a patti con la nuova Commissione Ue.
A settembre il governo è chiamato a presentare un piano di rientro dal deficit che, in base alle nuove regole del Patto di Stabilità, ci impone tagli tra 11 e 13 miliardi di euro su un quadro temporale di sette anni. Un’ipoteca sulla prossima Manovra, e non solo quella, che già si preannuncia lacrime e sangue.
Il richiamo della Corte dei Conti su deficit e debito
Che il crinale su cui si muove il governo di destra-centro sia minato lo dice anche la Corte dei Conti. Che accende come di consueto un faro su deficit e debito. Oltre che su sanità e investimenti. Ma anche su sicurezza sul lavoro ed evasione.
Il calo del debito pubblico resta la priorità e rimane una sfida impegnativa, dicono i magistrati contabili in occasione del Giudizio di Parificazione del Rendiconto generale dello Stato per l’esercizio finanziario 2023.
“L’attuale priorità – ha spiegato il presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino – risiede nel rendere compatibili la migliore qualità nella composizione delle entrate e delle spese e il graduale rientro del disavanzo, nell’ambito di un piano pluriennale che incoraggi il costante e duraturo aggiustamento dei conti pubblici e ponga il rapporto debito-Pil in una direzione stabilmente in calo, coniugando accortezza fiscale e ritmi di miglioramento economico e sociale più sostenuti”.
Il tutto con il concorso del sistema delle autonomie, da ridisegnare, secondo Carlino, “nel rispetto delle prerogative costituzionali e di salvaguardia di diritti incomprimibili”.
E ancora: impegnativo è il rientro dal deficit, anche alla luce del nuovo Patto di stabilità.
“Se lo scenario prospettico è complessivamente favorevole, anche se non esente da rischi legati principalmente alla situazione geopolitica e ai contraccolpi che la loro eventuale materializzazione potrebbe generare sui mercati finanziari – evidenzia la Corte dei Conti – il percorso di riequilibrio della finanza pubblica nel contesto della nuova governance europea si presenta impegnativo, soprattutto dopo una prolungata stagione di politiche di bilancio espansive”.
Fari puntati sulla sanità e la lotta all’evasione
Il percorso di aggiustamento dei conti che il governo si è impegnato a preservare “appare particolarmente stringente: esso sconta, infatti, l’individuazione di coperture adeguate per gli oneri relativi alle politiche invariate (21 miliardi nel 2025, che salgono a 23 e 25 nel successivo biennio secondo il Def), ed in particolare per quelli associati all’estensione del taglio del cuneo fiscale sul lavoro e alle misure per il welfare aziendale. Occorrerà inoltre individuare le risorse per far fronte, alle ulteriori misure nella direzione della riduzione della pressione fiscale, oltre che ad esigenze settoriali quali la sanità o l’assistenza”, sottolinea il presidente di coordinamento delle Sezioni Riunite in sede di controllo della Corte dei Conti, Enrico Flaccadoro.
Per garantire le prestazioni sanitarie e ridurre le liste di attesa sono “necessari ulteriori interventi; il sistema sanitario, infatti, dopo aver sostenuto uno sforzo corale per limitare gli effetti della pandemia, soffre di una crisi sistemica – accentuata dalla fuga del personale sanitario, non adeguatamente remunerato – cui si deve rispondere con decisioni ed investimenti non più rinviabili”, afferma il Procuratore generale della Corte dei Conti Pio Silvestri.
Alle banche dati tributarie, sul cui pieno e completo utilizzo permangono difficoltà, dovrebbe essere affiancata “una maggiore frequenza dei controlli, non limitati alle posizioni rilevanti ma caratterizzati da un’azione più estesa, necessaria per contrastare l’evasione diffusa che tuttora caratterizza la situazione italiana”, spiega Flaccadoro.
Dalla sicurezza sul lavoro ai balneari
“Desta perplessità che il bilancio Inail presenti un ingente ed improprio avanzo annuale (spesso superiore al miliardo), che poco si concilia con il perdurante fenomeno infortunistico; è urgente l’esigenza di una rivisitazione dei meccanismi di finanziamento della prevenzione in chiave di pieno utilizzo delle risorse disponibili, anche rivedendo le procedure, al fine di ottenere una significativa riduzione dei tempi di erogazione delle risorse, onde estendere il numero delle imprese e dei lavoratori beneficiari degli interventi prevenzionali”, dice Silvestri.
Che interviene anche sui balneari. La questione delle concessioni demaniali, dice, “necessita di una disciplina quadro in linea con il rispetto delle prescrizioni eurounionali e delle decisioni degli organi giudiziari nazionali”.