Il richiamo riguarda soprattutto il ministero delle Imprese e del Made in Italy, guidato da Adolfo Urso, e arriva dalla Corte dei Conti. In particolare, si evidenzia il “sensibile ritardo registrato nella realizzazione delle infrastrutture digitali legate al Piano Banda Ultralarga-Aree Bianche”.
Un progetto, sottolinea il Collegio del controllo concomitante della Corte dei Conti nell’analisi sullo stato di avanzamento del Piano Banda Ultralarga sulle Aree Bianche, che riguarda la connettività di circa 8,4 milioni di abitazioni in Italia. E il problema principale riguarda “la dilatazione dei tempi medi delle fasi procedurali e uno spostamento in avanti della concreta attuazione rispetto alle scadenze originarie”.
Il richiamo della Corte dei Conti sul Piano Banda Ultralarga
Il piano riguarda le cosiddette aree bianche, ovvero quelle zone con maggiore criticità e definite “a fallimento di mercato” per l’assenza di investimenti privati. Il Piano è sotto il controllo del Mimit ed è finanziato in prevalenza con i fondi strutturali europei Fesr e Feasr, oltre che con il fondo nazionale Fsc. Interessa in totale 7.413 comuni italiani, andando a coprire circa 6,3 milioni di unità immobiliari a tecnologia Fiber To The Home (Ftth), 2,1 milioni a tecnologia Fixed Wireless Access (Fwa) e poco meno di 30mila tra sedi Pa e aree industriali.
La Corte dei Conti evidenzia che a fine 2023 risultavano coperte in Ftth circa 3,4 milioni di abitazioni, ovvero il 54% del target finale. Per quanto riguarda le sedi della Pa e delle aree industriali, erano invece 18.616 (il 62%), oltre a 437mila unità immobiliari in fase di collaudo (7%) e più di 2,2 milioni in fase di lavorazione (36%).
I giudici contabili spiegano, però, che sono “meno positivi” i dati sugli investimenti di rete Fwa che vanno comunque “interpretati con cautela”. I ritardi finora sono stati governati con il ricorso all’istituto delle penali: a fine 2023 sono state applicate per un importo totale di 54,6 milioni di euro. Cifra su cui emerge, per alcuni lotti, una riduzione dei margini per ricorrere a ulteriori iniziative.
La Corte dei conti raccomanda al Mimit che, in caso di “disallineamento tra effettivo progresso dei lavori e scadenza finale del Piano (settembre 2024), andranno definiti i necessari interventi correttivi anche sul fronte della scarsità di manodopera specializzata e adottato un nuovo cronoprogramma che garantisca la chiusura dei lavori in tempi celeri, con un controllo serrato sul rispetto delle nuove scadenze da parte di tutti i soggetti coinvolti”.