Tutti allegramente divisi sull’Ucraina. E tutti alla ricerca di una mediazione interna, per non farsi troppo male. È la situazione che accomuna governo, maggioranza e opposizioni in vista delle comunicazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni per il Consiglio europeo del 20 e del 21 marzo, in programma per oggi al Senato.
La maggioranza alle prese con la “mina Salvini”
Partiamo da Governo e maggioranza che hanno passato la giornata di ieri a cercare un’intesa su una risoluzione condivisa. Un passaggio rischioso, date le divisioni che si sono evidenziate nel centrodestra, con la Lega di Matteo Salvini schierata “senza se e senza ma” con Donald Trump sull’Ucraina e nettamente contrarie al piano “ReArm Europe”, con tanto di attacchi diretti alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
La quadra dovrebbe essere trovata tra i leader della maggioranza, con un confronto al vertice di persona o – più probabilmente – al telefono (il ministro degli Esteri Antonio Tajani è a Bruxelles) domani mattina. Ma nessuno mette in conto l’ipotesi di una rottura. L’idea è impostare una risoluzione strettamente connessa all’ordine del giorno ufficiale del summit europeo (stabilito ormai da tempo), che vede al centro la competitività e le migrazioni, con un ‘follow up’ sul piano di difesa europeo.
Risoluzione minimalista
Lo ha confermato ieri il capogruppo al Senato di Forza Italia, Maurizio Gasparri: “Domani – ha assicurato Gasparri su La7 – avremo certamente una risoluzione unitaria, il documento riguarderà l’ordine del giorno del Consiglio Europeo di giovedì, che non include il piano dell’Inghilterra”. Dunque – e su questo varie fonti parlamentari sono d’accordo – un documento che non entri nel dettaglio di programmi e iniziative come quella dei “volenterosi”, che sono divisive per il centrodestra.
L’extrema ratio, sottolineano altre fonti, è quella di una risoluzione minimalista: “Sentite le comunicazioni, si approva…”. In ogni caso, fonti parlamentari della Lega escludono incidenti di percorso ed escludono anche l’ipotesi, circolata su alcuni organi di stampa, che i parlamentari del partito di Salvini possano essere tentati dalla risoluzione pacifista di M5s.
L’opposizione in ordine sparso
Se la maggioranza è divisa, le opposizioni sono polverizzate e certo a manifestazione di sabato a Roma non ha aiutato. Tanto che ogni gruppo presenterà una sua risoluzione. Azione ha già fatto sapere che la sua sarà identica alle risoluzioni su Ucraina e difesa approvate al Parlamento europeo. Più Europa si schiera a favore del riarmo europeo e della prosecuzione del sostegno a Kiev.
Solo M5s e Avs contrarie al ReArm Ue
Al contrario i 5 Stelle confermano la linea della netta contrarietà al ReArm Eu e chiedono sia sostituito da un piano di investimenti su sanità e lavoro. Il governo, per il Movimento, dovrebbe anche “manifestare altresì nelle sedi decisionali europee” la sua contrarietà “in relazione alla possibilità per gli altri Paesi membri dell’Ue di ricorrere all’utilizzo dei fondi di coesione Ue per finanziare l’aumento della spesa militare”.
Posizione simile a quella di Avs. “Buttare 800 miliardi di euro in nuove armi significa suicidare l’Europa e il suo progetto”, ha detto anche oggi Nicola Fratoianni.
Nel Pd è la bagarre. Solo stamattina la risposta finale
Più complicata la situazione in casa Pd dopo giorni di tensioni seguiti alla spaccatura della scorsa settimana nel voto in Europa. Ieri pomeriggio i dem hanno parlato della risoluzione in una riunione con i capigruppo di Camera e Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia, il capogruppo in commissione Esteri a Montecitorio, Enzo Amendola, e quello di palazzo Madama, Alessandro Alfieri (che è anche coordinatore della minoranza) e con responsabile Esteri dem, Peppe Provenzano.
Mentre in altre occasioni il testo delle risoluzioni sulle comunicazioni di Meloni era stato scritto a più mani, stavolta dovrebbe essere Provenzano a portare il testo da presentare in Parlamento, riferiscono fonti parlamentari dem.
“Noi non possiamo sconfessare il voto dei ‘nostri’ in Europa”, avvertono dall’area riformista. ‘Pontieri’ sarebbero al lavoro per tentare una sintesi. Operazione complicata ma possibile “se c’è la volontà politica di farlo”, si sottolinea. Sintesi che tenga unite le anime dem ed eviti che qualcuno sia tentato dal sostenere le mozioni, o parti delle mozioni, di altri gruppi. La soluzione del rebus dovrebbe arrivare dalla riunione congiunta dei deputati e senatori dem fissata per le 11 e 30 di oggi alla Camera.