Grazie al Reddito di cittadinanza 1,3 milioni di famiglie in 3 anni sono uscite dalla povertà. A certificarlo è l’Istat nel suo rapporto annuale. In particolare l’erogazione del sussidio ha permesso “di uscire dalla povertà a 404mila famiglie nel 2020, 484 milioni 2021 e 451mila nel 2022. Per quanto riguarda gli individui, l’uscita dalla povertà ha riguardato 876mila persone nel 2020 e oltre un milione nel 2021 e nel 2022”.
Senza il Reddito di cittadinanza, l’incidenza della povertà assoluta familiare nel 2022 sarebbe stata superiore di 3,8 punti percentuali nel Sud e di 3,9 punti nelle Isole. Inoltre, tra le famiglie in affitto l’incidenza sarebbe stata più alta del 5%. L’erogazione del sussidio ha ridotto il poverty gap da 9,1 a 5,2 miliardi nel 2020, da 9,5 a 5,2 miliardi nel 2021 e da 9,8 a 6,2 miliardi nel 2022.
Non solo il Reddito di cittadinanza, l’Istat boccia l’Italia anche sui salari
Ma il dato che emerge dal rapporto dell’Istat non è solo quello relativo al Reddito di cittadinanza. Molto preoccupante è anche la situazione sul fronte dei salari. Nonostante i miglioramenti osservati sul mercato del lavoro negli ultimi anni, l’Italia conserva una quota molto elevata di occupati in condizioni di vulnerabilità economica. Tra il 2013 e il 2023 il potere d’acquisto delle retribuzioni lorde in Italia è diminuito del 4,5% mentre nelle altre maggiori economie dell’Ue27 è cresciuto a tassi compresi tra l’1,1% della Francia e il 5,7% della Germania.
Come sottolinea l’istituto di statistica, i dipendenti delle imprese private extra-agricole che nel 2022 si collocano nella fascia a bassa retribuzione annuale, sotto una soglia pari al 60% del valore mediano, sono 4,4 milioni (poco meno del 30% del totale), con un’incidenza molto maggiore per i dipendenti con contratti non standard, soprattutto a termine e a tempo parziale. Giovani, donne e stranieri sono gli individui che più si associano a criticità retributive.
Nell’arco temporale tra il 2015 e il 2022, tra i 7,7 milioni di dipendenti delle imprese private extra-agricole con segnali di occupazione in tutti gli anni del periodo osservato, 2,3 milioni hanno sperimentato periodi di bassa retribuzione annuale. Poco meno del 40% di questi è riuscito a emanciparsi da questa condizione stabilmente a partire dal 2019. Secondo i dati dell’indagine sul reddito e le condizioni di vita nel 2022 la quota di occupati a rischio di povertà in Italia è all’11,5%; nell’Ue27 è l’8,5% del totale.