La povertà in Italia resta diffusissima, ma dopo la pandemia e l’impennata dell’inflazione per effetto della guerra in Ucraina le cose potevano andare molto peggio. A dirlo con i numeri è l’Istat (qui il rapporto annuale), secondo cui le misure di sostegno economico erogate nel 2020, in particolare il Reddito di cittadinanza e di emergenza, hanno evitato a un milione di individui (circa 500mila famiglie) di trovarsi in condizione di povertà assoluta.
Il Reddito di cittadinanza ha evitato a circa 500mila famiglie di trovarsi in condizione di povertà assoluta
Le misure di sostegno hanno avuto effetto anche sull’intensità della povertà che, senza sussidi, nel 2020 sarebbe stata ben 10 punti percentuali più elevata, raggiungendo il 28,8% (a fronte del 18,7% osservato). Un quadro che non lascia scampo a chi sta cercando di smontare l’unica significativa forma di welfare che c’è nel Paese, come il partitino di Renzi che vuole fare un referendum proprio per abolire il Reddito di cittadinanza, o le destre che da sempre sognano di voltare pagina per sposatre alle imprese amiche anche quelle poche risorse destinate ai poveri.
“Se non ci fossero stati il Reddito di cittadinanza e il reddito di emergenza avremmo avuto un milione di poveri in più in Italia”, ha evidenziato ieri Linda Laura Sabbadini, coordinatrice del Rapporto annuale dell’Istat, approfondendo quanto riportato nel documento dell’istituto. Dal Rapporto emerge anche che dal 2005 la povertà assoluta è più che raddoppiata: le famiglie coinvolte sono passate da poco più di 800mila a un milione 960mila nel 2021 (il 7,5% del totale).
Per effetto della diffusione più marcata del fenomeno tra le famiglie di ampie dimensioni, il numero di individui in povertà assoluta è quasi triplicato, passando da 1,9 a 5,6 milioni (il 9,4% del totale). Un dato impressionante, che però sarebbe potuto essere ben peggiore.