Il Reddito di cittadinanza funziona. Ha attutito il rischio povertà. A dirlo, ancora una volta, sono i dati dell’Istat.
L’anno scorso era a rischio povertà più di un quarto della popolazione nazionale (25,4%). Una quota stabile rispetto ai due anni precedenti, l 2020 (25,3%) e al 2019 (25,6%). A rivelarlo è il report “Condizioni di vita e reddito delle famiglie” dell’Istat spiegando che in realtà il rischio povertà o esclusione sociale si è attenuato per tutte le tipologie familiari tranne che per le coppie con figli, per le quali invece è aumentata, soprattutto nel caso di nuclei con almeno cinque componenti (dove si sale 38,1%).
Nel 2021 il dato sul rischio povertà raggiunge il 20,1% delle persone residenti in Italia
Se si guarda solo alle persone a rischio di povertà, ovvero quelle con un reddito netto inferiore al 60% di quello mediano (ossia 10.519 euro) e non pure ai nuclei con una bassa intensità lavorativa o quelli in una situazione di deprivazione materiale, nel 2021 il dato sul rischio povertà raggiunge il 20,1% delle persone residenti in Italia (circa 11 milioni e 800 mila individui).
Dal punto di vista geografico, si registra un lieve miglioramento nel Mezzogiorno e al Centro e un aumento del rischio di povertà al Nord. Il 5,6% della popolazione (circa 3 milioni e 300 mila individui) si trova in condizioni di grave deprivazione materiale. In questo quadro, afferma l’Istat, il Reddito di cittadinanza ha assunto durante la pandemia “un ruolo chiave”.
Nell’anno dell’esplosione dell’emergenza Covid si stima che il Reddito di cittadinanza abbia raggiunto oltre 1,3 milioni di famiglie
Nell’anno dell’esplosione dell’emergenza sanitaria, si stima infatti che il Reddito di cittadinanza abbia raggiunto oltre 1,3 milioni di famiglie (il 5,3% del totale), con un beneficio annuo di 5.216 euro pro capite. Questa quota sale al 15,2% per le famiglie del quinto più povero e al 6,1% per quelle del secondo quinto.
Il 10,7% delle famiglie residenti nel Mezzogiorno ha ricevuto almeno una mensilità del Reddito di cittadinanza, quota di gran lunga superiore a quella registrata nel Nord-est (1,7%), nel Nord-ovest (2,9%) e nel Centro (3,6%).