A raccontarlo è lo stesso Nicola Gratteri, oggi procuratore di Napoli e prima alla procura antimafia di Catanzaro: la ‘ndrangheta avrebbe tentato, tramite un finto incidente stradale, di uccidere il suo figlio minore.
Ricordando i suoi anni a capo della procura catanzarese, Gratteri ha raccontato durante la trasmissione La Confessione (che ha esordito su Rai 3) il tentativo della mafia locale di uccidere il figlio.
Gratteri: la ‘ndrangheta ha tentato di uccidere i miei figli
Non solo, perché Gratteri ha raccontato che sono stati diversi i tentativi di attentati alle persone a lui care, oltre che quelli subiti da lui stesso. Per esempio racconta che prima di sposarsi con sua moglie, qualcuno sparò alla porta dell’abitazione della donna lasciando un messaggio: “Voi sposate un uomo morto”.
Ancora, nel 2016 il figlio maggiore del procuratore era uno studente universitario a Messina: due finti poliziotti entrarono nel palazzo in cui viveva con dei passamontagna. Quando li vide il ragazzo riuscì a chiudersi dentro casa e a dare l’allarme, salvandosi.
Sul falso incidente del figlio minore, Gratteri spiega che le cosche in quel modo avrebbero voluto eliminarlo: un grosso fuoristrada avrebbe dovuto travolgerlo mentre viaggiava in motorino. L’ordine per questa operazione sarebbe arrivato dal carcere di Reggio Calabria. Il procuratore racconta ancora: “Fortunatamente in entrambe le occasioni lo abbiamo saputo prima, quindi non è successo niente, ma entrambi i miei figli sono stati messi sotto scorta e questo crea tensione in una famiglia”.