Con dichiarazioni a mezza bocca fanno capire di non voler trascinare nell’agone Mario Draghi. Ma frasi e frasette, in questo putiferio di polemiche bancarie, sanno tanto di bluff. La premessa è semplice: la Commissione d’inchiesta sulle banche ormai si sta occupando di questioni che chiamano sempre più in causa l’allora Governatore di Bankitalia. La prossima settimana si comincerà ad affrontare il tema Mps, che nel 2008 Draghi autorizzò a ingoiare il pesantissimo boccone dell’Antonveneta (vedi articolo nella pagina a fianco). Da qui la domanda, altrettanto semplice: il Pd, e il suo segretario Matteo Renzi, vogliono arrivare a super Mario? Vogliono, cioè, provare a trascinarlo sulla graticola della Commissione d’inchiesta?
L’incognita – Sulla carta no. Questa, per esempio, è la posizione di Francesco Bonifazi, tesoriere del Pd, membro della Commissione ed ex fidanzato di Maria Elena Boschi. Ieri all’Huffington Post ha detto che in realtà “sono stati Bankitalia e Consob a tirare in ballo” il numero uno della Bce. Lettura un bel po’ stiracchiata, che allude allo squallido scaricabarile tra le due Autorità di controllo andato in scena il giorno prima. Più esplicito è stato il capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato, che intervistato da Radio Cusano Campus ha chiarito che non c’è “interesse a coinvolgere Draghi”. E va bene, ma in realtà Renzi cosa pensa? L’ex premier è stato l’iniziatore della grande polemica delle ultime settimane sulle banche, ispirando la mozione con cui chiedeva al Governo di non confermare Ignazio Visco al vertice di Bankitalia. L’operazione non gli è riuscita, ma di sicuro gli ha aperto un terreno su cui adesso si è letteralmente buttato, cercando di interpretare il ruolo di paladino dei risparmiatori. E c’è da scommettere che Renzi, per il solo fatto di aver creato una situazione in cui sui sta evocando Draghi, stia già un po’ gongolando. Per lui è un po’ come dimostrare che ha ancora un certo potere di interdizione.
Variabile politica – Difficile però dire se se la sente veramente di toccare super Mario. Il quale, secondo molti osservatori, oggi è ancora quella sorta di “riserva della Repubblica” che potrebbe tornare utile all’Italia nel caso in cui dalle prossime elezioni non dovesse uscire un Esecutivo in grado di governare. In quel caso c’è già chi vede Sergio Mattarella mettersi in mano a Draghi per una sorta di Governo di salvaguardia. Chissà se Renzi, che sta raschiando il fondo del barile pur di giocarsi nuove chance di rientrare a Palazzo Chigi, vede l’ipotesi di un Draghi premier come fumo negli occhi. Per ora l’ex premier sembra stare più che altro alla finestra, contento degli effetti prodotti dalle sue iniziative. Magari in attesa di capire come sfruttare mediaticamente i prossimi appuntamenti in Commissione d’inchiesta sulle banche.
Tw: @SSansonetti