“La situazione non è affatto semplice, c’è una crisi. Speriamo di uscirne rapidamente. Si parla nelle sedi opportune, nelle sedi istituzionali. Se ho fiducia nei parlamentari? Ho fiducia nei parlamentari e nel Paese”. E’ quanto ha detto il premier Giuseppe Conte a Fanpage mentre si recava, a piedi, da Palazzo Chigi alla Camera per il suo intervento sulla crisi (leggi l’articolo). Dopo l’intervento del presidente del Consiglio segue il dibattito in Aula fino alle 15.30. Alle 17 sono previste le repliche del premier, poi le dichiarazioni di voto e, attorno alle 20.30, la votazione sulla fiducia.
“C’era bisogno adesso di una crisi? No, e abbiamo fatto il possibile per evitarla. Ha provocato una ferita nella maggioranza e profondo sgomento nel Paese. Ora non si può tornare indietro, non si può recuperare la fiducia, adesso si volta pagina, serve un Governo coeso”.
L’intervento.
“All’inizio di questa esperienza di governo prefigurai in quest’aula un chiaro progetto politico per il Paese, precisai che il programma non si risolveva in una mera elencazione di proposte eterogenee e in una sterile sommatoria delle posizioni assunte dalle forze politiche di maggioranza. Ero consapevole che eravamo provenienti da storie e culture di diversa estrazione che in passato si erano contrapposte e poteva nascere solo sulla base del convinto ancoraggio ai valori costituzionali e la solida vocazione europeista del nostro paese” ha detto il premier aprendo il suo intervento nell’Aula di Montecitorio.
“Mi sono adoperato – ha detto ancora il premier – perché si delineasse la prospettiva di un disegno riformatore ampio e coraggioso, quel progetto politico avrebbe segnato l’inizio di una nuova e confidiamo ancora risolutiva stagione riformatrice. Ancora oggi ravviso che nel progetto di paese che abbiamo condiviso e delineato assieme c’era visione, una forte spinta ideale, un chiaro investimento di fiducia”.
“Le condizioni di quel progetto si sono dovute riscontrare con la pandemia – ha proseguito -, un uragano che ha sconvolto in profondità la nostra società, la dinamica stessa delle nostre relazioni. Stiamo affrontando una sfida di portata epocale, ci stiamo misurando con l’esigenza di definire le linee ricostruttive della società segnata da paure primordiali. Questa maggioranza ha dimostrato grande responsabilità raggiungendo anche con fatica convergenza di vedute e risolutezza di azione, anche nei passaggi più critici”.
“Abbiamo coltivato costante e serrato dialogo con tutti i livelli istituzionali – ha aggiunto Conte -, a partire dalle autorità regionali fino a quelle comunali. Consapevoli che solo praticando il principio di leale collaborazione sarebbe stato possibile perseguire strategie di interventi efficaci”. La politica, ha sottolineato il premier nel corso del suo intervento, è alle prese “con una severa recessione economica, anche le nostre più consolidate cognizioni giuridiche sono state severamente interrogate, siamo stati costretti a introdurre misure restrittive dei diritti alla persona operando delicatissimi bilanciamenti dei principi e diritti costituzionali”.
Nel pieno della pandemia e mentre “da casa ci ascolta chi ha perso i propri cari, confesso di avvertire un certo disagio”. “Sono qui oggi – ha aggiunto il premier – non per annunciare nuove misure di sostegno o per bozza ultima del Recovery plan ma per provare a spiegare una crisi in cui non solo i cittadini ma io stesso alcun plausibile fondamento. Le nostre energie dovrebbero essere tutte, sempre concentrate sulla crisi del Paese. Così, agli occhi dei cittadini, appaiono dissipate in contributi polemici, spesso sterili, del tutto incomprensibili. Rischiamo così tutti di perdere contatto con la realtà. C’era davvero bisogno di aprire una crisi politica in questa fase? No”.
“Abbiamo operato sempre scelte migliori? Ciascuno esprimerà le proprie valutazioni. Per parte mia – ha ribadito Conte – posso dire che il governo ha operato con massimo scrupolo e attenzione per i delicati bilanciamenti anche costituzionali. Se io oggi posso parlare a nome di tutto il governo a testa alta non è per l’arroganza di chi ritiene di non aver commesso errori ma è per la consapevolezza di chi ha operato con tutte le energie fisiche e psichiche per la comunità nazionale”.
“Questa crisi – ha aggiunto Conte – ha provocato profondo sgomento nel Paese, rischia di produrre danni notevoli e non solo perché ha fatto salire lo spread ma ancor più perché ha attirato l’attenzione dei media internazionali e delle cancellerie straniere. Diciamolo con franchezza, non si può cancellare quello che è accaduto e non si può pensare di recuperare quel clima di fiducia che è condizione imprescindibile per lavorare insieme. Adesso si volta pagina. Questo Paese merita un Governo coeso”.
“Nel dibattito pubblico – ha detto il presidente del Consiglio – alcuni hanno opinato che la pandemia avrebbe prodotto l’effetto di oscurare e schiacciare la politica, il dialogo tra politica e scienza si è infittito ma mai come in questo periodo la politica è stata chiamata ad assolvere la sua più nobile missione: operare scelte per il bene comune, alcune di portata tragica”.
“Costruiamo un governo aperto a tutti coloro che hanno a cuore il destino dell’Italia. Viste le nuove sfide – ha poi annunciato Conte concludendo il suo intervento – e anche gli impegni internazionali, non intendo mantenere la delega all’Agricoltura se non lo stretto necessario e mi avvarrò anche della facoltà di designare un’autorità delegata per l’intelligence di mia fiducia”.
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